Dettagli horror quelli che emergono dall’omicidio di Pamela Mastropietro (foto Facebook), la 18enne romana fatta a pezzi, chiusa in una valigia e gettata in un fosso.
Sono durati ore gli esami della Scientifica sul corpo della giovane: Pamela è stata smembrata con un’accetta, forse con una roncola. Poi i resti – circa venti – sono stati ripuliti di ogni traccia di sangue e richiusi in due trolley, di cui uno usato da lei stessa. Il ritrovamento horror è stato fatto ieri mattina alle 9. Un passante nota due valigie gettate in un fosso in via dell’Industria, a Casette Verdini di Pollenza, comune alle porte di Macerata.
Sul posto sono giunti i carabinieri di Macerata e i soccorsi. Quando sono stati aperti i trolley sono spuntati pezzi di corpo di donna, il bel viso reciso di netto sopra il collo, poi braccia e gambe tagliate in due, qualche brandello di vestito, la pelle bianca, ripulita dal sangue, il corpo, quel che resta, riposto quasi con ordine nelle due valigie. “Mai visto tanto orrore”, commenterà un investigatore di fronte ai resti di Pamela Mastropietro.
Ma chi era questa ragazza? Figlia di genitori separati, aveva problemi di droga. Era stata affidata a una comunità e già ad agosto era scappata per cinque lunghi giorni per poi fare ritorno. A ottobre viene accolta in una nuova comunità maceratese. Lunedì scorso scappa di nuovo dopo un banale litigio per una sigaretta. La sua storia finisce a Chi l’Ha Visto, fino al drammatico epilogo di queste ore.
Al momento è in stato di fermo un nigeriano, presente in Italia con regolare permesso di soggiorno, gravemente indiziato dell’omicidio di Pamela: alcuni vestiti della ragazza sono stati trovati a casa sua e le immagini di videosorveglianza di una farmacia lo hanno ripreso mentre la seguiva. Anche altri due giovani della comunità nigeriana sono al momento sotto interrogatorio.