Fibrillazioni criminali, vuoti di potere, cambi di guardia. E’ lo scenario che emerge dalla nuova relazione DIA relativa al primo semestre 2017 sulla camorra a nord di Napoli.
Giugliano, Qualiano. Nonostante le mire espansionistiche e i tentativi di scissione della famiglia Di Biase delle palazzine Ina Casa, allo Stato non appare compromessa la leadership del clan Mallardo. La cosca dei Carlantonio, secondo la DIA, può contare su fedeli affiliati e su introiti illeciti provenienti da diversificate attività, anche economiche, molte delle quali gestite in altre regioni della penisola (Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio e Puglia).
A conferma del potere economico del clan, risale al febbrai 2017 la confisca eseguita dalla Guardia di Finanza, per un valore complessivo pari a circa 38 milioni di euro, riconducibili ad una cellula economica della cosca operante nel basso Lazio ed in alcuni comuni a nord della Capitale (Mentana, Guidonia Montecelio, Monterotondo, Capena e Fonte Nuova), dove sarebbe stato messo in atto un sistematico acquisto di terreni, strumentale a speculazioni edilizie, anche grazie alla compia- cenza di funzionari pubblici e politici del posto.
La DIA conferma anche il radicamento del clan Mallardo a Napoli, quale terzo pilastro dell’Alleanza di Secondigliano. Infatti i Carlantonio dispongono di basi operative e logistiche anche nei quartieri cittadini Vasto-Arenaccia e nell’area di Secondigliano, grazie ai rapporti di decennale alleanza criminale con i clan Contini, Bosti e Licciardi. Altrettanto saldi i rapporti con i gruppi radicati nei limitrofi comuni di Qualiano e Villaricca e con la famiglia Bidognetti di Casal di Principe.
La forza del clan risiede anche nella capacità di condizionare amministratori e dipendenti pubblici, come dimostrato da un’indagine della Polizia di Stato conclusa nel mese di gennaio che, nel far luce sugli interessi dei Mallardo nel settore del gioco e delle scommesse, ne ha evidenziato i rapporti di contiguità con due funzionari pubblici che si pre- stavano a rilasciare autorizzazioni per l’esercizio di sale scommesse.
Afragola, Casoria, Crispano, Casavatore. Analogo ragionamento vale per il territorio di Afragola, appannaggio della famiglia Moccia, presente con sue articolazioni, anche nei comuni di Casavatore, Crispano, Caivano, Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore. É proprio in questo comprensorio che si sono verificati diversi episodi di sangue.
A maggio è stato ucciso uno dei “colletti bianchi” legati ai Moccia, per conto dei quali gestiva gli interessi imprenditoriali a Cardito (distribuzione di prodotti petroliferi, commercializzazione di vini e carni). Il successivo mese di giugno, in una zona al confine tra Afragola e Cardito, è stato invece ucciso un pregiudicato legato al clan Cennamo di Crispano, gruppo satellite degli stessi Moccia: l’agguato sembrerebbe da ricondurre a contrasti mirati a scalzare la vecchia leadership del capo del clan Cennamo, deceduto il 17 febbraio 2017.
Una menzione particolare, in quest’area, meritano i comuni di Casavatore e Crispano, i cui Consigli comunali sono stato sciolti, nel corso del semestre, per infiltrazioni mafiose. Per Casavatore è interessante rilevare – alla luce di quanto riportato nella proposta di scioglimento del Ministro del- l’Interno (datata 19 gennaio 2017 e allegata al Decreto) – come la camorra, nel corso della tornata elettorale del 2015, abbia contemporaneamente supportato i due schieramenti in lizza.
Caivano. Accanto a Crispano, all’interno dell’insediamento abitativo ubicato al Parco Verde di Caivano, si registra l’operatività del sodalizio Ciccarelli (legato ai Moccia), dedito allo spaccio di stupefacenti. La situazione descritta attesta come la pax mafiosa sotto l’egida dei Moccia, che per anni ha caratterizzato il terri- torio, è attualmente da considerarsi incerta anche per la nascita di nuovi, piccoli gruppi provenienti dal sottobosco della criminalità comune che, in fieri, potrebbero contribuire a minare l’egemonia delle consorterie espressione del clan di Afragola.
Melito, Arzano, Mugnano. Sugli interessi illeciti della zona, avrebbe posto attenzione anche il sodalizio Amato-Pagano, presente a Melito di Napoli, Mugnano ed Arzano e dedito, prevalentemente, al traffico di stupefacenti. Si tratta, per i Moccia, di un’attività secondaria, essendo essi maggiormente orientati verso il riciclaggio e il reimpiego dei proventi delle estorsioni, il contrabbando di sigarette e il gioco clandestino. Significativi di questa operatività ed influenza sul territorio, sono gli arresti, eseguiti nel mese di marzo dall’Arma dei Carabinieri, dei responsabili di una serie di estorsioni, perpetrate con modalità mafiose.
Il gruppo Amato-Pagano, ricomposti i vecchi dissidi tra le due famiglie, sarebbe ora sotto la guida della moglie di uno degli esponenti di vertice della famiglia Amato, tratta in arresto nel mese di gennaio, assieme ad altri sodali. Nel corso delle investigazioni, condotte dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, sono state ricostruite le dinamiche interne al sodalizio, ed è stata fatta luce sulle modalità con le quali il clan continua a gestire i traffici in- ternazionali di cocaina.
Dalle indagini è altresì emerso come i destinatari del provvedimento di fermo (appartenenti alle famiglie Caiazza, Mauriello e Cancello, in aperta contrapposizione tra loro), aspirassero ad assumere un ruolo primario e di stretta fiducia dei vertici del clan Amato-Pagano, al fine di conservare il controllo dei traffici illeciti nel settore della vendita all’ingrosso della cocaina nei comuni di Mugnano e Melito, il cui mercato risulta la principale fonte di sostentamento economico del clan. In questo contesto potrebbe essere maturato l’omicidio di due pregiudicati, legati alla famiglia Caiazza, scomparsi il 31 gennaio, e i cui cadaveri sono stati ritrovati a febbraio nel territorio di Afragola.
Sant’Antimo, Grumo Nevano, Casandrino. Sono tuttora detenuti i capi dei gruppi operanti a Sant’antimo Antimo (Verde, Puca, Petito, Ranucci, D’Agostino-Silvestre), Casandrino (Marrazzo) e Grumo Nevano (Aversano) e Villaricca (Ferrara, Cacciapuoti). I clan di S. Antimo gestiscono anche le attività illecite a Grumo Nevano, zona di operatività della famiglia Aversano, attual- mente priva di elementi di spicco.
Marano, Calvizzano. A Marano di Napoli, Quarto e Calvizzano, le attività illecite continuano ad essere sotto il controllo delle famiglie Nuvoletta e Polverino. I provvedimenti giudiziari che hanno colpito il clan Nuvoletta avrebbero in qualche modo favorito l’ascesa del sottogruppo degli Orlando, c.d. dei Carrisi, legato da vincoli di parentela con i primi.
Acerra-Casalnuovo. Ad Acerra, comune dell’area nord di Napoli al confine con l’agro nolano, operano i gruppi Di Buono e Avventurato, mentre a Casalnuovo e Volla i clan Rea-Veneruso e Piscopo-Gallucci si contendono il controllo delle estorsioni e del traffico di stupefacenti.
Pozzuoli e Quarto. Non si registrano variazioni degli assetti criminali a Pozzuoli e Quarto, dove sono tuttora detenuti i capi e i reggenti dei gruppi Beneduce-Longobardi. A Bacoli e Monte di Procida, la gestione delle attività criminali (estorsioni e traffico di stupefacenti) resta, invece, ap- pannaggio della famiglia Pariante.