Raffica di assoluzioni nel processo d’Appello partito dall’inchiesta Grande Malato contro il clan Mallardo. Pochi giorni fa la terza sezione ha emesso infatti la sentenza col rito abbreviato per 37 imputati dopo l’operazione scattata nel 2015. In tutto alla sbarra c’erano quasi 50 persone ma gli altri hanno scelto il rito ordinario. Secondo la Dda il gruppo capeggiato da Vincenzo D’Alterio detto ‘o malato – composto secondo gli inquirenti anche da Giuliano Pianese e Giuseppe Ciccarelli – sarebbe stato attivo soprattutto sulla fascia costiera di Giugliano (Lago Patria, Licola e Varcaturo) ed avrebbe imposto il controllo del territorio tramite estorsioni ed intimidazioni. Nel mirino dell’accusa c’erano anche le presunte sproporzioni reddituali relative al tenore di vita di alcuni soggetti coinvolti nell’inchiesta.
Tra i reati contestati a vario titolo c’erano associazione di stampo mafioso, estorsione, truffa, ricettazione, violenza privata, minaccia, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, turbativa d’asta. In secondo grado diverse pene sono state però rimodulate e sono arrivate molte assoluzioni, anche per imputati accusati di associazione camorristica e condannati in primo grado. La pena per il presunto boss Vincenzo D’Alterio passa da 12 ad 11 anni e 4 mesi di reclusione. Cada l’accusa di associazione camorristica per Giuseppe D’Alterio (figlio del presunto boss), condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) per truffa. Tra gli assolti per associazione anche Marco Carrella (genero di Vincenzo D’Alterio, ndr), difeso dall’avvocato Francesco Casillo. Per Carrella, dopo l’assoluzione per associazione camorristica, arrivano otto mesi di reclusione ma con pena sospesa.