Avrebbe utilizzato un’identità falsa, facendosi passare per un cittadino messicano. A rivelarlo alcune fonti dell’Ufficio del procuratore di Jalisso, che hanno riferito che Raffaele Russo, il 60enne scomparso insieme al figlio Antonio e al nipote Vincenzo Cimmino, si sarebbe registrato in alcuni hotel con un nome fittizio, Carlos Lopez.
Secondo le autorità messicane – come riporta il Mattino – Russo aveva precedenti per frode in Italia e si dedicava alla vendita di generatori tedeschi ma che in realtà erano stati fabbricati in Cina. Intanto la procura locale batte la pista del rapimento. Forse i tre napoletani sono stati sequestrati dal Cartello di Jalisco di Nuova Genarazione, nonché l’organizzazione criminale più importante del Messico.
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In Italia, invece, le famiglie dei tre hanno chiesto ad entrambe le autorità di indagare a fondo nel luogo in cui sono scomparsi. Attualmente la procura di Jalisco ha messo sotto inchiesta 33 poliziotti di Tecalitlan, dove è stato localizzato l’ultimo messaggio vocale inviato dai tre italiani scomparsi.