Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico, ormai da quasi un mese, nella città di Tecalitlàn, nello Stato di Jalisco. Quattro poliziotti, tre uomini e una donna, sono stati arrestati con l’accusa di sparizione forzata. Secondo la procura messicana avrebbero venduto i nostri tre connazionali, tre napoletani, al Cartello di Jalisco Nuova Generazione.
Al quotidiano Il Mattino ha lasciato delle dichiarazioni l’altro figlio di Raffaele Russo, Francesco: “I poliziotti del Messico per 43 euro di m…. hanno venduto tre connazionali, 43 euro, una vergogna inaudita”, ha dichiarato il giovane. “Ora devono dire chi sono i criminali che hanno avuto in consegna mio fratello, mio padre e mio cugino”, prosegue Francesco, che poi difende il padre dalle voci degli ultimi giorni riguardanti il suo possibile utilizzo di un’identità falsa, “mio padre è una brava persona, andava a lavorare dalla mattina alla sera, ha 60 anni. Ma a prescindere da questo è una persona. Devono tornare a Napoli”.