Dietro il rapimento dei tre napoletani (Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino), potrebbe esserci uno dei cartelli criminali più pericolosci del Messico. Il cartello di Jalisco guidato da «el Mencho», soprannome di Nemesio Oseguera Cervantes.
I tre messicani sarebbero stati ceduti dalle forze dell’ordine di Tecalitlan per l’equivalente di 43 euro. Ma resta ancora da chiarire il movente: la pista più probabile, battuta dalle autorità messicane e dalla diplomazia italiana, è che Raffaele Russo abbia venuto ad alcuni esponenti del cartello – forse senza saperlo – dei generatori elettrici contraffatti. Da lì sarebbe scattata la ritorsione del cartello “Nueva Generacion“.
Le speranze di ritrovarli vivi sarebbero dunque sempre scarse. I “Jaliscos” trafficano cocaina e anfetamine non solo verso l’America, ma anche verso l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente. La loro ascesa criminale, anche grazie alle capacità di “El Mencho”, impegnato persino in una guerra contro “El Chapo” per il controllo del traffico di stupefacenti, sarebbe acclarata da decine di dossier della magistratura e delle forze dell’ordine. La banda criminale disporrebbe di armi di ultima generazione, il che renderebbe difficile anche condurre un blitz nel luogo in cui sarebbero eventualmente sequestrati i tre napoletani rapiti.
Intanto si moltiplicano gli appelli dei familiari e dei parenti per salvare Raffaele, Antonio e Vincenzo. “Dobbiamo salvarli”. Dall’interrogatorio dei 4 poliziotti arrestati potrebbero emergere dettagli importanti per chiarire il movente del rapimento e le possibilità di sopravvivenza dei tre partenopei.
