Bimbo nel pozzo, si continua a scavare senza sosta: come funziona la macchina dei soccorsi. VIDEO

Non c’è più tempo da perdere. Il dispositivo di soccorso Julen sembra essere nel suo ultimo tratto e i coordinatori di esso hanno pianificato tutto in modo che non vi sia alcun ritardo nelle attività dovute alla logistica.

L’operazione, composta da otto membri della Brigata sfollati di Asturias e 10 del soccorso alpino e 8 vigili del fuoco Consorzio Provinciale, ha un vero accampamento vicino al pozzo dove si trova Julen.

Infatti, i membri della Protezione Civile hanno installato una grande tenda dotata di letti in modo che gli operatori possano riposare. Il presidente del Consorzio Provinciale Fuoco, Francisco Delgado Bonilla, ha indicato che è di vitale importanza che i minatori si riposino tra un turno e l’altro. Oltre a letto e cibo, Delgado Bonilla ha spiegato che c’è anche un’asciugatrice per i vestiti: “Qui si lasciano abiti sudati e imbevuti, è stata installata in modo che si possano asciugare e continuare il loro lavoro dopo resto”.

Si sta scavando a 72 metri di profondità, manualmente e con un’inclinazione e la galleria orizzontale circa quattro metri separano il pozzo dove il bambino. In ogni turno, due vigili del fuoco scendono in una capsula progettata espressamente per questo intervento, con un intervallo di circa 30 o 40 minuti, con lame e martelli pneumatici ad aria compressa. Vanno con maschere, rilevatori di ossigeno e sono sempre in contatto con il resto dell’operazione via telefono. In totale portano attrezzatura che pesa circa 14 chili e mentre vanno devono sostenere il tetto e i lati della galleria con pali di legno. Non manca niente. Il dispositivo è impressionante. Non c’è tempo da perdere, gli specialisti cercano di arrivare a Julen il prima possibile.

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