Giugliano. Questione rom, interviene la Corte europea: “Governo dia alloggio agli sfollati”

Giugliano. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, riconoscendo il diritto all’unità familiare e la necessità di adottare misure provvisorie, ha imposto al Governo italiano di fornire un alloggio adeguato alle famiglie rom che, dopo lo sgombero forzato avvenuto a Giugliano, nei giorni scorsi, avevano presentato ricorso, supportati dall’Associazione 21 luglio e da European Roma Rights Centre. Lo scorso 5 aprile, infatti, ricostruisce l’Associazione 21 luglio in una nota, per circa 450 rom residenti nell’insediamento di via del Vaticale nel Comune di Giugliano era stato disposto dall’Amministrazione Comunale lo sgombero per motivi di salubrità e salute pubblica, prevedendo anche l’accompagnamento dei Servizi sociali comunali nel ricollocamento abitativo. Nella mattina del 10 maggio, le Forze dell’Ordine hanno, quindi, allontanato le famiglie dall’insediamento di via del Viaticale. Secondo le numerose testimonianze raccolte, riferisce l’associazione, «sia prima che durante le operazioni di sgombero alle persone era stato verbalmente intimato di uscire dal territorio di Giugliano pena la cancellazione anagrafica e l’allontanamento dei minori. La comunità rom di Giugliano si era divisa tra il territorio del Comune di Villa Literno e quello di Castel Volturno, da dove è stata allontanata poche ore dopo. Le 450 persone rom si erano, quindi, ricongiunte nella serata dello stesso giorno in un’area dismessa nella zona industriale di Giugliano». Le 73 famiglie, sottolinea l’Associazione, «non dispongono di riparo, sono costrette a dormire all’interno delle autovetture o all’aperto, malgrado le difficili condizioni atmosferiche, non hanno elettricità, sono prive di acqua potabile e servizi igienici. I 105 minori frequentanti le scuole dell’obbligo sono stati costretti ad interrompere la frequenza scolastica». L’Associazione 21 luglio si è da subito mobilitata con una conferenza stampa straordinaria presso la Sala Stampa della Camera dei deputati e con un appello online per denunciare i diritti violati dalle autorità in occasione dello sgombero forzato e per chiedere al Comune di Giugliano un intervento urgente volto ad offrire soluzioni adeguate e dignitose per tutte le persone, garantendo loro l’accesso ai servizi base e il ripristino della frequenza scolastica per i minori in età scolare e promuovendo il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

LA DENUNCIA. Secondo Carlo Stasolla, che dopo la decisione della Corte ha interrotto lo sciopero della fame iniziato domenica scorsa, «l’arretramento dei diritti delle comunità più marginalizzate, registrato in Italia soprattutto nell’ultimo anno, oggi segna un clamoroso stop. Sulla vicenda di Giugliano, Associazione 21 luglio è stata la prima a denunciare la sistematica violazione dei diritti, ha promosso appelli, ha organizzato conferenze stampa, ha supportato e affiancato le famiglie che hanno proposto il ricorso alla Corte Europea, per raggiungere un obiettivo semplice e chiaro: ristabilire i principi della Costituzione italiana su quell’area della periferia giuglianese dove i diritti fondamentali erano stati definitivamente rimossi dalle stesse istituzioni locali che avrebbero dovuto garantirli. È giunta l’ora che venga spezzato il circolo vizioso che ha tenuto per trent’anni la comunità rom di Giugliano vittima del ricatto e della paura e da domani dobbiamo tutti lavorare per un futuro che parli il linguaggio del rispetto della dignità umana e dell’inclusione». «Su Giugliano – ha concluso Stasolla – da oggi l’Europa ha acceso un faro che illumina tutta l’Italia e che tutti abbiamo il dovere di mantenere acceso: il faro dell’antidiscriminazione e degli stessi diritti sanciti dall’articolo 2 e 3 della Costituzione italiana che nessuno, a qualunque titolo, può arrogarsi la presunzione di spegnere».

COSA CAMBIA. «Questa decisione rompe il lungo ciclo degli sgomberi forzati che da molto tempo tormenta questa comunità, e più in generale i rom in Italia», ha affermato Jonathan Lee dello European Roma Rights Centre. «Quando le autorità sradicano le famiglie rom dai loro contesti abitativi, sanno bene che ciò comporterà l’abbandono della scuola per i bambini, la perdita del lavoro per i genitori. Nonostante la famiglia dovrà insomma ricominciare da zero, le autorità procedono comunque con lo sgombero forzato. La Corte ha confermato che l’Italia non è al di sopra della legge e non può, indiscriminatamente, rendere i rom senzatetto. I membri di questa comunità hanno ottenuto una grande vittoria contro la discriminazione e contro le politiche dell’odio che perpetuano l’esclusione dei rom in Italia», ha concluso Lee.

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