Vino adulterato, 11 arresti e 30 indagati: quattro sono di Sant’Antimo e Orta di Atella. I nomi

Undici arresti e sei aziende agricole poste sotto sequestro preventivo per vino adulterato. Ben 30 gli indagati, tra cui tre di Sant’Antimo e uno di Orta di Atella. E’ questo il bilancio dell’operazione ‘Ghost Wine’, scattata oggi con oltre 200 militari del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli. L’operazione, condotta dal Nas di Lecce e dall’Icqrf è coordinata dalla Procura.

In molti casi, gli agricoltori arrestati sono imprenditori vitivinicoli delle province di Lecce e Brindisi, accusati di aver adulterato il vino per ottenere determinati standard e aumentare la produzione. Nell’operazione sono stati sequestrati 30 milioni di litri di vino.

Come riferito dal portale “Il Quotidiano di Puglia” il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per Antonello Calò, 64 anni di Copertino; Giuseppe Caragnulo, 58 anni di San Donaci; Vincenzo Laera, 38 anni di Mesagne; Rocco Antonio Chetta, 65enne di Lequile; Antonio Domenico Barletta, 56 anni di Lecce; Luigi Ricco, 55 anni di San Ferdinando di Puglia, nel Barese e gli arresti domiciliari per Pietro Calò, 26 anni di Copertino; Giovanni Luca Calò, 50enne di Lecce; Cristina Calò, 55 anni di Copertino; Simone Caragnulo, 23 anni di San Donaci; Antonio Ilario De Pirro, 51 anni residente a Galatina.

Tra i trenta indagati a piede libero ci sono però anche campani e in particolare Vincenzo Morrone, 31 anni di Sant’Antimo; Santo e Giovanni Aimone, 65 e 34 anni anni di Sant’Antimo;  Antonio D’Oro, 49enne di Bonito, provincia di Avellino e Giuseppe Dell’Aversana, 40 anni di Orta di Atella.

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