Retata contro il “pezzotto” della pay-tv tra Napoli e il resto d’Italia. Oltre 100 militari della Guardia di Finanza sono impegnati in queste ore in una vasta operazione nei confronti del business delle tv pirata. Nel mirino delle Fiamme Gialle la importante organizzazione clandestina internazionale artefice della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television).
L’operazione
Nel corso del blitz è stata sequestrata ed oscurata la nota piattaforma informatica Xtream Codes. Otto gli ordini europei di indagine nei confronti di una associazione a delinquere a carattere transnazionale emessi dalla procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, con numerose perquisizioni in corso in Italia e all’estero per smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti. Significativi i numeri complessivi relativi sia alle persone coinvolte, circa 5 milioni di utenti solo in Italia, sia per il volume di affari stimato di oltre 2 milioni di euro al mese.
Pezzotto, cosa si rischia
Notevoli i rischi. Chiaramente la posizione più grave è quella di chi ha in mano il sistema. Chi trasmettere il segnale in modo fraudolento e incassa i soldi degli “abbonamenti”. Ma anche chi usufruisce del servizio sta commettendo un reato. E non sempre l’anonimato della rete può salvarlo. Se ci sono di mezzo ricariche Poste Pay, infatti, la polizia postale può risalire a tutti i clienti di un’organizzazione. E del resto, qualche volta è già successo. Una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 46443/2017, ha inflitto una pena a quattro mesi di reclusione e 2.000 euro di multa per un utente che vedeva Sky in modo illegale. La legge vigente prevede che chi si rende colpevole della visione di Sky, Dazn e Netflix in modo illegale rischia da 2.582,29 a 25.822,26 euro di multa e da sei mesi a tre anni di reclusione.