Violenta una bimba, Don Michele parla dal carcere: “Ammetto le responsabilità. Chiedo scusa”

Arriva la confessione di Don Michele Mottola. Si è infatti concluso da poco l’interrogatorio del prete nel carcere di Secondigliano. Davanti alle domande del Gip della Procura di Napoli Nord, in presenza del suo avvocato, Antimo D’Alterio, il parroco accusato di abusi sessuali su una bimba di dieci anni, ha ammesso le sue responsabilità.

La confessione di Don Michele Mottola

Già a maggio scorso, quando la Diocesi di Aversa ne ordinò la sospensione, Don Michele aveva ammesso di aver “tenuto comportamenti non consoni con una minorenne”. Ora, anche davanti alla giustizia italiana, ha fatto una prima ammissione di colpa: “Ammetto le mie responsabilità”, ha detto. E poi ha aggiunto: “Chiedo scusa alla famiglia della bambina e alla stessa minorenne per quanto accaduto”. Si tratta di un passo importante compiuto dal parroco, che circa nove giorni fa, prima dell’arresto, era stato inseguito e picchiato da un familiare sull’Asse Mediano. Sul caso indagano i carabinieri.

Gli arresti domiciliari

L’avvocato Antimo D’Alterio intanto chiede che la misura della custodia cautelare in carcere venga convertita nella misura meno restrittiva degli arresti domiciliari. Secondo la difesa del parroco, infatti, il prete rischierebbe di essere vittima della violenza degli altri carcerati. Il Tribunale del Riesame deciderà nei prossimi giorni se accogliere l’istanza presentata dal legale.

Le registrazioni

A inchiodare il parroco sono state le registrazioni audio realizzate col telefonino dalla stessa vittima. La piccola, in due occasioni, ha registrato le conversazioni duranti gli incontri a sfondo sessuale che il parroco organizzava con lei in parrocchia. Baci, frusci, abbracci, e frasi che lasciano pensare ad atti di libidine ai danni della bimba e che la magistratura ha ricostruito anche in un incidente probatorio tenutosi la scorsa estate.

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