Sarà in vigore subito dopo Pasqua il nuovo Padre Nostro. L’iter, piuttosto lungo per approvare le modifiche, è durato complessivamente circa 16 anni. Il tempo è stato necessario per migliorare e studiare i testi contenuti del Messale Romano.
L’anno scorso il Vaticano aveva annunciato l’approvazione definitiva da parte della Congregazione del Culto Divino e del Papa del Messale che contiene anche le variazioni al Padre Nostro. La pratica per competenza era stata trasmessa alle varie conferenze episcopali per le traduzioni. Dopo tempo, dunque, si è giunti a una sintesi.
I vescovi italiani ci hanno lavorato circa un anno. Queste le parti che cambieranno: “Non ci indurre in tentazione” è diventata: “Non abbandonarci alla tentazione”. Quando si recita: “come noi li rimettiamo” viene aggiunto un “anche”: “come anche noi…”. Per quanto riguarda il “Gloria”, invece, “Pace in terra agli uomini di buona volontà” viene sostituito dalla nuova formulazione: “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.
L’equipe di biblisti, liturgisti, latinisti, teologi che hanno lavorato alla nuova edizione del Messale hanno concentrato molto l’attenzione sul Padre Nostro. L’invocazione: “Non indurci in tentazione” era un passaggio giudicato ostico alla comprensione immediata della gente e anche Papa Francesco era più volte intervenuto perché appariva contrario al senso della preghiera stessa, al volto paterno di Dio che invece, secondo la precedente formulazione, sarebbe addirittura all’origine del nostro cadere nelle tentazioni. La nuova traduzione recupera la dimensione paterna di un Dio che non abbandona l’uomo neppure nel momento della tentazione.