Coronavirus: in Cina ritorna la paura, 600 mila persone in lockdown

Cina coronavirus. Se i numeri provenienti dall’Asia e da Wuhan (centro motore della pandemia) nelle ultime settimane avevano fatto sperare in un parziale rallentamento della diffusione del Coronavirus, gli aggiornamenti delle ultime ore hanno riportato il Paese asiatico sotto osservazione.

Le autorità cinesi hanno infatti imposto il lockdown nella contea di Jia, nella provincia di Henan, per il timore di una nuova ondata di casi di COVID-19. Lo ha riferito il sito del South Morning China Post, secondo il quale nella contea è stato imposto di restare a casa alle circa 600 mila persone che vivono nella zona vicino alla città di Pingdingshan.

Coronavirus Cina, imposto nuovo lockdown

L’Henan confina con l’Hubei, la provincia epicentro del coronavirus, dove ci sono circa una decina di contagi. In base alle nuove normative i residenti della zona devono avere permessi speciali per potere uscire di casa. Anche per andare a lavorare devono sottoporsi al controllo della temperatura e indossare maschere facciali.

Tutte le attività dunque restano chiuse, eccetto i supermercati, le farmacie, le stazioni di rifornimento e gli hotel. Le autorità locali avrebbero avvertito di fare scorta di generi di prima necessità e annunciato che, con le nuove misure, sarebbe stato permesso a un solo membro di ogni nucleo familiare di uscire di casa per fare la spesa.

Nella contea di Jia si sono registrati tre casi di infezione nella giornata di domenica 29 marzo. Si tratta di un medico dell’ospedale locale, che avrebbe trasmesso il virus a due suoi colleghi, entrambi risultati positivi al test.
Intanto, in Cina sale a 76.238 il numero dei pazienti guariti dal COVID-19, mentre altre 2.004 persone sono ancora ricoverate.

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Coronavirus, ondata di ritorno

Anche Hong Kong teme un’ondata di ritorno dei contagi e vara una nuova stretta. Chiusi per 14 giorni anche le sale di karaoke e mahjong, i club e i locali notturni. I centri estetici e di massaggi dovranno invece usare precauzioni, tra cui l’uso delle mascherine per i clienti e i controlli della temperatura corporea.
Il governo, ha ricordato il network Rthk, aveva gia’ disposto dal 28 marzo la chiusura per 14 giorni di luoghi pubblici come cinema e palestre.

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