Sant’Antimo. Voti comprati a 50 euro, i soldi venivano nascosti nei vassoi per pasticcini. Video

Sant’Antimo. 50 euro a voto e soldi nascosti nei vassoi dei pasticcini. Succede anche questo a Sant’Antimo, comune nell’area a Nord di Napoli, dove questa mattina i militari del Ros hanno effettuato un maxi blitz ed hanno arrestato 59 persone. Molti personaggi di spicco figurano tra le 59 ordinanze di misure cautelari: Luigi Cesaro, senatore di Forza Italia, i suoi tre fratelli e personaggi affiliati ai clan Luca, Verde e Ranucci.

Sant’Antimo, soldi nascosti nei vassoi di pasticcini

Le indagini, condotte tra il 2016 e il 2019, dagli investigatori dei carabinieri del Ros si concentrano sugli anni che vanno dalle elezioni comunali del 2012 fino a quelle del 2017.

Ma sono stati passati al setaccio anche gli atti amministrativi, le pratiche edilizie ed urbanistiche condotte dal Comune di Sant’Antimo. In un video dei carabinieri del Ros viene rappresentata la dinamica di una tangente. I soldi venivano nascosti in un vassoio di pasticcini. Nelle immagini si vede una persona che trasportava il vassoio ed entra in auto in sosta lungo il ciglio della strada, seguita dopo da un altro uomo che entra nella macchina dietro.

Sant’Antimo, tutti i nomi degli arrestati

Sant’Antimo, camorra e politica

In un altro frame viene ripresa invece una scena che sarebbe relativa ai brogli elettorali. Nelle immagini si vede una donna che scambia un oggetto con un conducente di un’auto grigia di passaggio in strada. Secondo le indagini dei carabinieri, si tratterebbe della “consegna di tessere elettorali (arrotolate) in cambio di denaro”. In un altro passaggio del video dei carabinieri viene invece ripreso “il figlio del boss incontra il politico di riferimento del clan in strada”. Per il Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, “Le indagini confermano che i condizionamenti mafiosi in generale e illeciti a SantAntimo sono stati sistematici, massivi e prolungati nel tempo, si potrebbe dire persino ultradecennali”.

Sant’Antimo, carabinieri infedeli

Infine, le indagini hanno consentito di raccogliere indizi anche su illeciti rapporti tra due marescialli, già effettivi alla Tenenza Carabinieri di Sant’Antimo, e alcuni indagati. Il GIP ha disposto per un militare (già sospeso dal servizio all’esito di altra recente indagine) la misura della custodia in carcere. Per l’altro, ora in servizio fuori provincia, la misura dell’interdizione dal pubblico ufficio. Il primo risponde dei reati di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento. Il secondo del reato di favoreggiamento, aggravati dall’aver agevolato le attività illecite dei clan Puca e Verde.

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