Perchè Maradona era legato alla città di Giugliano

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Sono vari i motivi che legano Maradona alla città di Giugliano. Alcuni più noti, altri meno. La sua prima volta in città avvenne nel 1984. Grazie all’intermediazione dell’allora vice questore della Polizia di Stato, Ciro Del Duca, Maradona venne a Giugliano per incontrare la compagine locale di calcio che partecipava al campionato interregionale. Ad accogliere il Pibe de Oro nel vecchio stadio “De Cristofaro”, vi erano più di 3.000 tifosi. Fu una giornata indimenticabile per chi l’ha vissuta. I tifosi invasero il campo di gioco pur di incontrarlo.

Maradona e Giugliano

Tra i vari aneddoti che si raccontano su di lui c’è quello relativo al suo dentista. Pare infatti che il Dio del calcio venisse in città perché il suo dentista di fiducia fosse in piazza Annunziata. C’è chi racconta, infatti, che ogni volta che veniva per qualche visita di controllo, in piazza si scatenasse il caos.

Tornò poi nuovamente dopo cinque anni per incontrare la squadra di calcio femminile che qualche settimana dopo avrebbe vinto lo scudetto e la Coppa Italia. Diego Armando Maradona era il presidente onorario della compagine femminile gialloblu.

La terza ed ultima volta che “il pibe de oro” tornò a Giugliano fu il 6 giugno 2006. Diego era stato invitato per giocare una partita di beneficenza, denominata “Giugliano Cuore”, promossa dall’amministrazione comunale, dall’associazione Aspis presieduta da Michele Straniero, e dall’ex calciatore Josè Alberti. La manifestazione servì a raccogliere fondi per l’acquisto di un’autoambulanza per la Croce Rossa. La vettura fu simbolicamente consegnata dallo stesso Diego, prima del calcio d’inizio della partita.

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Maradona giocò in una squadra formata da alcuni artisti napoletani, con la maglietta numero 10 dai colori molto simili a quelli della nazionale argentina contro una rappresentativa di ex calciatori e amministratori locali. La formazione di Maradona vinse la gara per 4 a 2 ed uno dei quattro gol fu realizzato proprio dall’ex giocatore del Napoli. Sugli spalti dello stadio appena un migliaio di persone. La folla della visita precedente non c’era stavolta.

Ed è però in quella occasione che avvenne un episodio rimasto nella storia. Al termine della gara Maradona nel lasciare lo stadio fu fermato da una pattuglia di finanzieri che lo accompagnò in caserma dove gli furono pignorati i due Rolex che il campione argentino indossava al braccio destro e al braccio sinistro. Il sequestro fu effettuato per un debito col fisco di 31 milioni di euro. Prima di lasciare la caserma Maradona si affacciò dal balcone per salutare i tifosi che attendevano con ansia.

Il campione argentino, poi, il giorno dopo ebbe parole di elogio per i baschi verdi: Li ringrazio perché si sono comportati benissimo, hanno fatto il loro dovere. Dispiace, però, perché ero venuto a Giugliano per una gara di beneficenza e mi sono visto sequestrare i due orologi. La giustizia vale solo per me. Però va bene così”. Poi passa a parlare dei Mondiali di calcio: “Sarà dura per tutti. Il Brasile è favorito, subito dopo viene l’Argentina, l’Italia, la Spagna e l’Inghilterra che daranno filo da torcere ai carioca”.

Qualche mese più tardi (14 luglio 2006) i due promotori della gara di beneficenza, Michele Straniero e Josè Alberti, al termine di un’asta molto combattuta, ricomprarono i due orologi per riconsegnarli a Maradona. “Per prima cosa– spiegava Josè Alberti – andremo in Argentina per riconsegnare i Rolex a Maradona. Nello stesso tempo ci metteremo subito al lavoro per organizzare una grande festa a Napoli. Vogliamo che Maradona venga nella città dove ha lasciato tanti bei ricordi senza problemi, senza l’ incubo di qualche altro sequestro. Napoli e i napoletani gli sono eternamente grati. Non credo proprio che riusciremo a riconquistare gli scudetti e le coppe che Maradona ha dato a questa città. Tutti, penso, gli sono riconoscenti. E anche quei finanzieri che hanno eseguito il pignoramento, so che lo hanno fatto a malincuore”.

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