Slitta l’apertura delle scuole in Campania. Ad annunciarlo è l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini un’intervista rilascaita a “Il Golfo”. Nella confusione generata dall’emergenza covid, per ora l’unica certezza è che il governatore Vincenzo De Luca non ha alcuna intenzione di riportare gli studenti in classe il giorno dopo l’Epifania.
Campania, slitta l’apertura delle scuole: spunta la data del 15 gennaio
Il problema è dato sempre dalla crescita dei contagi. In Campania i numeri nelle ultime settimane sono incoraggianti, soprattutto l’Rt, l’indice di trasmissibilità del virus, così come il rapporto tra tamponi e numeri di nuovi positivi. A confermarlo anche il bollettino di oggi, 25 dicembre. Ma l’inquilino di Palazzo Santa Lucia sa bene che il vero banco di prova saranno queste festività. Gli effetti delle riaperture del Governo e dello shopping natalizio si potranno misurare soltanto nei prossimi giorni.
E ci sono tra l’altro le feste del Capodanno e dell’Epifania che possono ancora incidere sulla curva dei contagi. Riaprire con un numero dei positivi in crescita e con l’incognita della variante inglese, che sembra attecchire più facilmente proprio tra i più piccoli, trasformati in indiretti veicoli di contagio a danno delle fasce di popolazione più anziane. Per questo De Luca predica cautela e sposta la possibile data di apertura delle scuole al 15 gennaio.
“L’ipotesi al vaglio è che dal 15 gennaio gli alunni delle scuole della Regione Campania possano tornare gradualmente in classe. Ma ripeto: questa è un’ipotesi che deve essere valutata dall’unità di crisi”, ha dichiarato l’assessore Lucia Fortini. Una dichiarazione che aprirà un nuovo fronte di scontro con il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Non siamo d’accordo con il ministro con il 75% – ha proseguito la Fortini -. Questa non è una percentuale giusta anche dal punto di vista organizzativo”.
Infine conclude: “Probabilmente una percentuale giusta è del 50%. Per questo ci affideremo all’autonomia organizzativa di ogni scuola facendo in modo che siano i dirigenti scolastici a modulare la percentuale degli alunni in presenza per consentire di lavorare in serenità”.