Rider Napoli, raccolti oltre 11mila euro per riacquistare motorino

E’ già arrivata a 11.068 euro la raccolta fondi per acquistare il motorino al rider rapinato a Napoli. L’iniziativa ha subito raccolto adesioni, anche dal calciatore della Lazio Fares e questa mattina sul sito ci sono più di 11mila euro.

Rider Napoli, la raccolta fondi

L’iniziativa è stata lanciata ieri sera, subito dopo che è stato diffuso il video della brutale rapina avvenuta a Napoli ai danni di un rider 50enne. “Stiamo facendo una raccolta per donare subito un motorino nuovo al ragazzo brutalmente rapinato e picchiato da 6 balordi” si legge su gofoundme.

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E così oltre 800 persone ieri anche con soli 5 euro hanno voluto contribuire alla causa. Poi in serata è giunta la donazione di 2500 euro, in pratica l’intera cifra dello scooter, da parte di Mohamed Fares, calciatore della Lazio. 

Il video della rapina ha fatto il giro del web in poche ore. Vittima è un uomo di 50 anni, disoccupato, che è stato accerchiato e pestato da un gruppo di sei balordi. L’uomo stava solo svolgendo il proprio lavoro di consegna presso Calata Capodichino quando è stato raggiunto, accerchiato, picchiato e costretto a cedere il motorino.

Il tutto è stato filmato da alcune persone su un balcone e divulgato sui social. Qui il video. 

Il commento del sindaco de Magistris

“L’aggressione al #rider avvenuta a Napoli è una pagina indegna e criminale in un momento così terribile – dice il sindaco di Napoli -. Evidenzia la precarietà di un lavoro non di rado espletato senza adeguate garanzie; la violenza di una banda di criminali che agisce indisturbata senza che nessuno intervenga; la desertificazione dei territori dovuta ad una pandemia che sta piegando le nostre città. Mi auguro che i responsabili di questa brutale aggressione siano presto assicurati alla giustizia e che la vittima possa ritornare a lavorare con un nuovo motociclo e con maggiore serenità. Solidarietà della città di Napoli al lavoratore aggredito e vicinanza a tutti quelli che non si fermano nonostante, non di rado, lavorino in condizioni davvero inaccettabili”.

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