E’ passato un anno da quando la Cina ha segnalato una malattia sconosciuta a Wuhan, segnando di fatto l’inizio di quella che oggi chiamiamo pandemia.
Riavvolgiamo il nastro, partendo proprio da dicembre 2019. Il 31 dicembre di un anno fa, le autorità cinesi informano l’Organizzazione mondiale della Sanità che nella metropoli si è verificata una serie di casi di simil polmonite, la cui causa è però sconosciuta.
Si comincia ad indagare, ma il virus non corrisponde a nessun altro noto alla scienza. L’epicentro della diffusione del virus sconosciuto viene individuata nel mercato del pesce di Huanan, a Wuhan. Dal primo gennaio il mercato viene chiuso.
La scoperta del Coronavirus
Sei giorni dopo, la svolta: le autorità cinesi confermano di aver identificato un nuovo tipo di virus, precisamente un coronavirus, la stessa famiglia di cui fanno parte, tra gli altri, l’influenza, la Sars e la Mers.
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La prima vittima
L’11 gennaio c’è la prima vittima in Cina. Si tratta di un uomo di 61 anni, morto di polmonite. A quel punto sono una quarantina i contagiati nel Paese, secondo i dati diffusi dalla Cina.
La diffusione del virus
Il covid-19 si diffonde rapidamente in altri paesi. Casi di contagio vengono confermati in Thailandia, in Corea del Sud, Giappone e Australia. Il 21 gennaio le autorità sanitarie statunitensi confermano il primo caso negli Usa. Il 24 gennaio vengono segnalati anche i primi casi in Europa: in Francia, a Bordeaux e Parigi, tre persone risultano contagiate dal coronavirus.
“Emergenza sanitaria”
Il 30 gennaio l’Oms dichiara che il coronavirus è un’ “emergenza sanitaria globale”. Ma nessuna restrizione viene adottata. Nessuna limitazione viene imposta ai viaggi.
Il virus arriva in Italia
Il 30 gennaio arriva la notizia dei primi due casi accertati anche in Italia: si tratta di due turisti cinesi che sono stati ricoverati in isolamento all’ospedale Spallanzani. L’Italia, annuncia il premier Conte, ha deciso di chiudere il traffico aereo da e per la Cina. E’ solo l’inizio di un incubo che durerà un anno.
Tra il 21 e il 22 febbraio si registrano i primi contagi in Italia. Vengono, infatti, scoperti i primi due focolai nel Lodigiano e in Veneto. Il Cdm nella serata tra il 22 e il 23 febbraio vara un decreto per contrastare la trasmissione del Coronavirus.
Il 4 marzo, il premier Conte firma un nuovo decreto: scuole e università, attività economiche chiuse fino al 15 marzo. Per tutti distanza di sicurezza di un metro, da evitare strette di mano e abbracci.
Lockdown in Italia
Tra il 7 e l’8 marzo, Conte firma un nuovo decreto: ai cittadini viene limitata la possibilità di movimento nelle zone più colpite dal Coronavirus. Non è più possibile uscire ed entrare all’interno dei territorio. La sera del 9 marzo, con un nuovo decreto in vigore, tutta l’Italia diventa zona rossa. Comincia il lockdown. I casi aumentano repentinamente, cresce il numero dei morti e dei ricoveri. Gli ospedali sono ormai al collasso.
Le misure cominciano a funzionare. E di volta in volta vengono prorogate per contenere il contagio da Covid-19. Ma è a maggio che si intravede la luce.
La ripartenza
Il 16 maggio, in conferenza stampa da Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte annuncia le riaperture in Italia, a partire dal 18 maggio, di molte delle attività chiuse per l’emergenza coronavirus.