Caivano. L’omicidio di Fortuna Loffredo avrebbe scoperchiato uno scenario inquietante nel parco verde di Caivano. Il palazzo dove risiedeva la piccola ammazzata dal presunto killer, Raimondo Caputo, ospitava un vero e proprio giro di pedofilia. Una fitta rete di connivenze, silenzi e complicità che avrebbe favorito l’esistenza di questo giro nel palazzo degli orrori. I pedofili, che spesso erano gli stessi genitori dei bimbi abusati, si coprivano a vicenda e, in più occasioni, avrebbero sviato le indagini degli inquirenti.
Gli orchi si conoscevano tra di loro, dunque, sapevano gli uni degli altri, e avrebbero deciso di “isolarsi” proprio all’interno di quel palazzo per mantenere il massimo riserbo sugli abusi perpetrati sui bambini. Se il vaso di Pandora è stato scoperchiato, è stato possibile soltanto perché i bimbi abusati hanno parlato, soprattutto dopo l’omicidio di Fortuna. “Mamma mi fa male il culetto”, avrebbe denunciato una piccola vittima di appena 2 anni ai genitori dopo gli abusi subiti. Il tutto sarebbe avvenuto con l’approvazione degli adulti coinvolti nel giro di pedofilia.
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Quel giorno orribile del 24 giugno 2014, insieme ad un’amichetta, Fortuna si era truccata e si era fatta bella. Alla sua vista, il presunto killer, Raimondo Caputo, avrebbe perso la testa e l’avrebbe trascinata sul terrazzo, all’ottavo piano del palazzo degli orrori, per abusare di nuovo di lei. La piccola avrebbe opposto resistenza e per questo Caputo l’avrebbe lanciata dall’alto facendola schiantare a terra. La morte di Fortuna sarebbe il tragico epilogo di una vicenda dai contorni horror.