Agguato a Marano, la pista della vendetta trasversale partita dalla Sanità

Marano. Una vendetta trasversale organizzata da uno dei clan in guerra al rione Sanita’. Questa la chiave che gli investigatori stanno seguendo per il duplice omicidio di camorra avvenuto a Marano in un’autofficina in via Unione Sovietica. Le vittime erano originarie di Mugnano.

Un solo killer ha esploso colpi di pistola all’interno dell’officina contro Filippo Esposito, conosciuto come Fabio, 30 anni (nella foto). Il padre, Giuseppe, 57 anni, è stato invece colpito in un altro punto sempre all’interno del locale. Il sicario ha fatto fuoco con una pistola a tamburo perché a terra non sono stati trovati bossoli, poi è fuggito a bordo di uno scooter. Un’altra persona, sempre figlio del titolare, è salva per miracolo perchè si trovava al piano superiore.

Filippo era il cugino di Antonio Genidoni, pregiudicato ed esponente del clan Misso (da poco uscito dal carcere ed ora ai domiciliari) il quale è il figliastro di Pietro Esposito, detto ‘Pierino’, boss ammazzato al rione Sanità a novembre del 2015. Per gli investigatori i killer arriverebbero dunque proprio dal centro di Napoli. Anche un altro figlio del 57enne freddato oggi inoltre, non presente stamattina al momento dell’agguato, sarebbe attivo negli ambienti malavitosi della Sanità. Il duplice omicidio di oggi potrebbe essere una risposta all’agguato di via Fontanelle dove sono state ammazzate due persone legate ai Vastarella.

Padre e figlio uccisi oggi mentre lavoravano potrebbero essere insomma delle vittime della faida in corso tra area nord e Sanità che vede contrapposti i gruppi Mallo-Misso-Spina-Esposito e Lo Russo-Vastarella-Licciardi. Indagano i carabinieri della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Antonio De Lise, coordinati dalla Dda di Napoli.

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