«Hanno rapinato e tentato di uccidere il gioielliere Pierpaolo Toffolatti». Condannati con rito abbreviato a 35 anni di carcere, i componenti della banda che l’8 novembre 2012 misero a segno il colpo nella gioielleria in Veneto. Il collegio dei giudici ha parzialmente ridimensionato le richieste del pubblico ministero Giovanni Valmassoi che per i 4 malviventi aveva chiesto pene per 42 anni, ma hanno accolto la tesi dell’accusa respingendo la richiesta delle difese di derubricare il reato di tentato omicidio in quello di lesioni aggravate. I giudici Michele Vitale, Marco Biagetti e Piera De Stefani hanno condannato a 10 anni di carcere Francesco Sarracino, il 34enne presunto capo della banda, e Giuseppe Mele, 32 anni, il bandito che secondo l’accusa, avrebbe sparato a Pierpaolo Toffolatti ferendolo gravemente.
Condanna a 8 anni di reclusione invece al nipote di Sarracino, il 20enne Giuseppe D’Aniello, e 7 anni e 4 mesi a Giovanni Verde, il 34enne originario di Giugliano incaricato al noleggio dei camper con i quali il commando si spostava dalla Campania al Veneto per commettere le rapine. E’ stato invece accolto il patteggiamento a un anno e sei mesi per Giuseppe D’Alterio, 42 anni, che avrebbe partecipato soltanto a due dei cinque colpi contestati alla banda e non alla rapina di Pieve di Soligo. Procura soddisfatta. Soddisfazione a metà invece per le difese, rappresentate dagli avvocati Fabio Crea e Alessandra Nava che hanno già annunciato il ricorso in appello con un unico obiettivo, far decadere l’accusa di tentato omicidio e quindi ottenere la riduzione della pena.