La Squadra Mobile di Napoli, con il supporto di Interpol e degli organismi della cooperazione internazionale, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per quattordici indagati, nonché gli arresti domiciliari per altri tre, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, la quale ha operato anche in collegamento con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. La misura cautelare coercitiva, sia personale che reale, è stata adottata nei confronti di venti persone gravemente indiziate di essere affiliate a due distinte organizzazioni criminali, le quali si si sono spartite la gestione del mercato all’ingrosso della cocaina nell’area nord di Napoli.
LA CONCORRENZA PER IL TRAFFICO DI COCAINA. Le indagini, così come ricostruite nel provvedimento del GIP, registrano il superamento del regime di monopolio nella gestione dei canali del narcotraffico imposto per anni dal clan AMATO – PAGANO nell’area nord del capoluogo, dove da qualche tempo opera in aperta concorrenza con questo, un altro sodalizio, sorto per agevolare l’accesso al mercato internazionale della cocaina dei gruppi criminali distaccatisi dal cartello di Melito (si tratta di vicende legate alla cd. scissione del 2011, all’origine della terza faida di Scampia-Secondigliano).
IL NUOVO CAPO. Come già riscontrato in altri procedimenti, il clan AMATO PAGANO, strutturato in entità autonoma, continua ancor oggi a gestire il traffico internazionale di cocaina, anche se non più in regime di stretto monopolio. Il controllo di questa vitale attività economico-criminale, sotto la guida unitaria del nuovo capo, PAGANO Rosaria, ha consentito il superamento delle recenti fibrillazioni ed il mantenimento di un ruolo tuttora centrale nel panorama criminale dell’area, grazie agli enormi proventi rastrellati e raccolti, specie quando il clan AMATO PAGANO costituiva una sorta di monolite inattaccabile. I capitali sono poi stati reinvestiti sia nel circuito economico legale, che nel mantenimento di una posizione di predominio nel mercato della cocaina, secondo una prospettiva imprenditoriale che i nuovi capi hanno perseguito sulle orme di AMATO RAFFAELE e di PAGANO CESARE, ormai da molti anni detenuti in regime di 4lbis.
L’INDEBOLIMENTO CON MARIANO RICCIO. Il provvedimento eseguito quest’oggi ha consacrato il ruolo apicale di PAGANO Rosaria, moglie del defunto fratello di AMATO Raffaele, Pietro AMATO, e madre dell’erede designato, AMATO Carmine, già coinvolto in altri processi, tra cui quello che ha visto coinvolto il trafficante internazionale IMPERIALE Raffaele, che è in corso di celebrazione in questi giorni. Occorre, inoltre, mettere in rilievo che la cattura di AMATO Carmine nel 2011 e l’indebolimento del potente clan con il trasferimento del potere al giovane RICCIO Mariano, sono stati la causa della frammentazione del clan di Melito sotto i colpi delle c.d. Cinque Famiglie di Secondigliano e della fine del suo monopolio nella gestione del traffico internazionale di cocaina da far affluire sui mercati napoletani.
UN SISTEMA ALTERNATIVO A SECONDIGLIANO. Le Cinque Famiglie di Secondigliano, compagine avversaria degli AMATO PAGANO, prima di finire a sua volta disarticolata da numerosi provvedimenti giurisdizionali e dalle frammentazioni interne che hanno condotto alla terza faida di Scampia, si sono avvalse di un sistema alternativo per rifornirsi della cocaina essenziale al buon andamento delle piazze di spaccio e del narcotraffico nell’area nord.
NUOVI CANALI DI NARCOTRAFFICO. Questo sistema è stato reso possibile dall’esistenza dell’organizzazione facente capo ad AVOLIO Mario, protagonista della creazione di canali di narcotraffico paralleli, anche se dapprima mutuati dal collaudato apparato di PAGANO e di AMATO. L’articolata situazione geo-criminale nell’area nord di Napoli, che ha peraltro registrato negli ultimi tempi un crescente protagonismo di PAGANO Rosaria, mirante a riaffermare la primazia del suo clan, ha poi favorito il proliferare di più gruppi ‘trasversali’ di narcotrafficanti, cui le organizzazioni criminali sul territorio si rivolgono in relazione alle loro concrete esigenze.
Secondo quanto ritenuto dal GIP nell’ordinanza cautelare, attraverso le indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Napoli, si è giunti all’individuazione degli organizzatori, direttori e gestori delle due articolate strutture di narcotraffico, nonché di numerosi beni in cui sono stati reimpiegati i profitti derivati. Apporto importante alle indagini emerge dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ma altresì di centrale importanza sono state le indagini tecniche, gli accertamenti patrimoniali ed i sequestri operati dalla Polizia Giudiziaria. Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza cautelare personale infatti, la DDA di Napoli ha richiesto l’esecuzione di provvedimenti di sequestro preventivo disposti dallo stesso GIP nei confronti di quote societarie, conti correnti e depositi bancari nonché beni immobili riconducibili ai principali referenti delle due organizzazioni.
TUTTI I NOMI:
Indagati colpiti da ordinanza in carcere:
1. AVOLIO Mario (Napoli il 10.12.1966) 2. BARBELLA Vincenzo (Napoli il 18.2.1946) 3. BOLOGNINI Daniele (Casoria il 1.4.1975) 4. CESARINI Massimo (Napoli il 13.3.1974) 5. CORVIETTO Patrizio (Napoli il 15.10.1967); 6. CRISTIANO Claudio (Napoli il 30.6.1991) 7. IAVARONE Giuseppe (Casavatore il 7.2.1961); 8. LEONA I Giuseppe (Napoli il 19.3.1991) 9. LEONA ‘ I Luigi (Napoli il 9.9.1967) 10. LIZZA Ferdinando (Napoli 1’8.3.1966) 11. MANZO Salvatore ( Napoli il 24.10.1982) 12. ONORATO Giovanni (Napoli il 2.1.1969) 13. PAGANO Rosaria (Casavatore il 23.2.1963) 14. TUFO Salvatore (Napoli il 26.9.1961).
Indagati colpiti da ordinanza ai domiciliari: 1. BOLOGNINI Vincenzo (Casoria il 2.1.1971) 2. D’ANGELO Gennaro (Casavatore il 4.10.1960) 3. LEONA 11 Leonardo (Napoli il 7.11.1994)