Spietati, freddi, cinici. Le immagini di videosorveglianza li riprendono così. I killer dell’agguato consumato ieri a Giugliano nella tabaccheria “Di Marino” hanno agito senza remore. Sono arrivati attraverso via Marconi, traversa laterale, a bordo di uno scooter con una targa di cartone. Poi hanno percorso il corso Campano contro mano e sono entrati nel locale, determinati, sapendo perfettamente come muoversi e chi colpire.
I due hanno trovato le vittime davanti alle macchinette del videopoker. Il primo a cadere sotto i colpi è stato Vincenzo Staterini, il padre. Quattro colpi al petto, a distanza ravvicinata. Gli ultimi due colpi esplosi mentre si era accasciato a terra, inerme. Il killer spara con freddezza, mano ferma, volto coperto da casco integrale. L’altro, Emanuele, è sotto choc, capisce che ha i secondi contati, lancia uno sguardo davanti a sé. Tenta una precipitosa fuga verso il retro del locale ma viene raggiunto da due proiettili alla testa.
La scena dell’orrore si consuma sotto gli occhi increduli dei dipendenti della tabaccheria “Di Marino”. All’esterno si odono i colpi di pistola, si pensa a una rapina finita male. Si scatena il fuggi-fuggi, i passanti cercano riparo negli androni e nei vicoli laterali. I due sicari, impassibili, lasciano i corpi in una pozza di sangue, risalgono a bordo dello scooter e schizzano via nel traffico in direzione di piazza Annunziata, probabilmente verso via Licante per imboccare la circumvallazione esterna.
Le immagini di videosorveglianza del locale sono state acquisite dagli agenti della Polizia di Stato, che indagano sull’omicidio. La prima pista porta alla faida del rione Sanità. Vincenzo ed Emanuele Staterini sono parenti del boss Patrizio Vastarella. Ma resta in piedi anche l’ipotesi della faida interna al clan Mallardo per spiegare l’efferato delitto di Corso Campano.
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