9 maggio, l’anniversario della morte di Peppino Impastato: le frasi più belle

Il 9 maggio è l’anniversario della morte di Peppino Impastato, molte sono le sue frasi rimaste nella storia. Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino, è stato un giornalista e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978.

Peppino Impastato morte

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma non fa in tempo a sapere l’esito delle votazioni perché, dopo vari avvertimenti che aveva ignorato, nel corso della campagna elettorale viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio. Col suo cadavere venne inscenato un attentato, per distruggerne anche l’immagine, in cui la stessa vittima apparisse come suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi votano comunque il suo nome, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.

Stampa, forze dell’ordine e magistratura parlarono di un atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso, e di suicidio dopo la scoperta di una lettera, che in realtà non rivelava propositi suicidi. Il delitto, avvenuto in piena notte, passò quasi inosservato poiché proprio in quelle stesse ore venne ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro in via Caetani a Roma.

Peppino Impastato frasi

Vediamo alcune delle frasi più note di Peppino Impastato:

  • “Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi, prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!”
  • La mafia uccide, il silenzio pure.
  • La mafia è una montagna di merda. (da un articolo del giornale L’idea socialista, 1966)   Titolo dell’articolo? Data precisa? Fonte secondaria?
  • Il comunismo non è oggetto di libera scelta intellettuale, né vocazione artistica: è una necessità materiale e psicologica.
  • Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore
  • Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni.
  • Appartiene al tuo sorriso/ l’ansia dell’uomo che muore, / al suo sguardo confuso/ chiede un po’ d’attenzione”.

Queste sono solo alcune delle frasi più celebri di Peppino Impastato e che sono rimaste nella storia.

 

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