“I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti”.
Con queste parole il 9 marzo 2020, esattamente un anno fa, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava in diretta agli italiani la decisione del governo di imporre il lockdown totale a tutto il Paese a causa dell’emergenza Covid.
9 marzo 2020, l’Italia finisce in lockdown: il giorno in cui cambiò la nostra vita
Da quel momento in poi, milioni di cittadini rimasero barricati in casa per ben tre mesi. Le scuole, gli stadi, i cinema e i teatri, i negozi si svuotarono di colpo. Mentre si riempivano sempre di più i nostri ospedali di pazienti affetti da una malattia ancora sconosciuta. E intanto crescevano, giorno dopo giorno, il numero delle vittime e dei contagi nel Paese. L’Italia fu, infatti, tra i paesi europei più colpiti nella prima fase della pandemia.
Si intravide la luce soltanto a maggio. Passato il ponte del Primo Maggio, finì il lockdown e iniziò la Fase 2 con la riapertura della maggior parte delle attività produttive. I contagi calarono drasticamente, ma rimase il distanziamento sociale e anche il divieto di assembramento.
Ma in autunno dopo un’ estate da ‘liberi tutti’ esplose la seconda ondata del Coronavirus, portando subito un incremento dei contagi e quindi il ritorno dei divieti dell’autunno e dell’inverno.
Oggi, ad un anno da allora, l’Italia si trova ad affrontare nuove, e decisive, sfide. Il rischio di finire di nuovo in lockdown è più concreto che mai, complice l’estrema diffusione delle varianti. Quel che è certo è che un’altra Pasqua, dopo Natale e Capodanno, passerà sotto restrizioni. L’unica soluzione al Covid-19 sembra essere il vaccino per raggiungere al più presto l’immunità di gregge.