Truccati i concorsi universitari per dividersi le cattedre. E’ con questa pesantissima accusa che sono stati arrestati e messi ai domiciliari 7 professori universitari di importanti atenei italiani e interdetti dall’attività universitaria altri 22 docenti. Tra gli indagati (a seguire tutti i nomi), secondo Il Corriere della Sera, ci sarebbe anche l’ex ministro Augusto Fantozzi.
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Firenze, guidata da Giuseppe Creazzo, è stata svolta dalla Guardia di Finanza, che all’alba di oggi ha eseguito le misure cautelari. Oltre ai 7 ai domiciliari, sono scattate 22 misure interdittive allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi, sempre per reati di corruzione.
In manette sono finiti Guglielmo Fransoni, tributarista dello studio Russo di Firenze e professore a Foggia; Fabrizio Amatucci, professore all’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’; Giuseppe Zizzo, professore dell’Università ‘Carlo Cattaneo’ di Castellanza (Varese); Alessandro Giovannini, professore dell’Università di Siena; Giuseppe Maria Cipolla, professore dell’Università di Cassino; Adriano Di Pietro, professore dell’Università di Bologna; Valerio Ficari, professore ordinario all’Università di Sassari e supplente all’Università Tor Vergata di Roma.
I docenti interdetti sono Massimo Basilavecchia, Mauro Beghin, Pietro Boria, Andrea Colli Vignarelli, Roberto Cordeiro Guerra, Giangiacomo D’Angelo, Lorenzo Del Federico, Eugenio Della Valle, Maria Cecilia Fregni, Marco Greggi, Giuseppe Marino, Daniela Mazzagreco, Francesco Padovani, Maria Concetta Parlato, Paolo Puri, Livia Salvini, Salvatore Sammartino, Pietro Selicato, Thomas Tassani, Loris Tosi, Francesco Tundo.
I docenti per i quali il gip del Tribunale di Firenze si è riservato la valutazione dell’interdizione all’esito dell’interrogatorio sono: Augusto Fantozzi, Andrea Fedele, Giovanni Eugenio Marongiu, Andrea Parlato, Pasquale Russo, Francesco Tesauro, Carlos Maria Lopez Espadafor.
Oltre 150 le perquisizioni domiciliari eseguite presso uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali. L’operazione ha riguardato l’intera penisola. Secondo gli investigatori il contesto investigativo dell’operazione denominata “chiamata alle armi” ha preso il via dal tentativo di alcuni professori di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, per favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati per la sua abilitazione in una successiva tornata.
Successivi approfondimenti hanno accertato sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici, ma orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.