Sconto di pena all’imprenditore-killer nel processo per l‘omicidio di Gennaro Galdiero, originario di Calvizzano ma residente a Sessa Aurunca, il “re delle mele” ucciso nel maggio del 2014 allo svincolo dell’A1 di Caianello nel Casertano con sei colpi sparati da una pistola Smith&Wesson, calibro 38.
In primo grado era stato condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere col rito abbreviato a 30 anni di reclusione per omicidio premeditato Pasquale Savanelli, di Villaricca, ex socio della vittima nella coop agricola “Serena”. I difensori dell’imprenditore killer, gli avvocati Enrico Tuccillo e Domenico Fontanella, avevano però impugnato la sentenza ma l’aveva fatto anche il pm richiedendo i futili motivi esclusi in primo grado.
Oggi, la seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli, ha rideterminato la pena in 17 anni e 4 mesi, escludendo la premeditazione e dichiarando inammissibile l’impugnazione del pm. Da diversi mesi, inoltre, Savanelli è ai domiciliari per incompatibiltà col carcere. L’imprenditore non ha mai retto infatti la vita dura dietro le sbarre. Era stato subito male e c’è stato anche un ricovero in ospedale.
La vittima era padre di due bambini piccoli quando venne ucciso: la moglie Serena, ha portato avanti l’impresa di distribuzione di mele del marito da sola in questi due anni. Savanelli dopo il delitto si era invece consegnato ai carabinieri, confessando il delitto anche se il movente non è ancora del tutto chiaro. Adesso in Appello la pena è stata quasi dimezzata.