Mano pesante della Dda di Napoli nei confronti di boss e killer dei clan Amato-Pagano e Lo Russo. Sono arrivate ieri le richiesta di condanna per il duplice omicidio di Massimo Frascogna e Ruggiero Lazzaro, scissionsiti scomparsi dieci anni fa.
In aula il pm ha letto la terribile ricostruzione del delitto: attirati in una trappola con un appuntamento nella sala biliardo, uccisi, seppelliti in un terreno alle spalle delle palazzine di via Janfolla a Miano e tre anni dopo fatti sparire per sempre nell’acido. Sono stati chiesti 6 ergastoli: il capoclan Cesare Pagano, per Oscar Pecorelli e Raffaele Perfetto, Rito Calzone, Giuseppe Gallo e Mario dell’Aquila. Chiesti invece 20 anni di reclusione per i collaboratori di Antonio Lo Russo e Biagio Esposito. A riportarlo è Il Mattino.
Frascogna e Lazzaro era scomparsi la sera del 25 luglio 2007. La svolta nelle indagini è arrivata però grazie al pentimento di un ex scissionista e dell’ex capo dei cosiddetti “Capitoni” di Miano. I due furono uccisi per un‘epurazione interna al clan Amato-Pagno. Erano sospettati di aver picchiato un ragazzo senza motivo e per questo il boss “Cesarino” Pagano decise di eliminarli. Al delitto parteciparono però anche i Lo Russo. A quel tempo c’era infatti un accordo per lo scambio di killer.
Prima furono uccisi e seppelliti. Quando tre anni dopo, a novembre 2010, il capo della camorra di Miano Salvatore Lo Russo, padre di Antonio, iniziò a collaborare con la giustizia si ebbe il timore che qualcun altro potesse pentirsi e indicare il nascondiglio dei due cadaveri. Antonio Lo Russo ha spiegato da pentito questa fase del piano criminale: “Ero latitante, mi trovavo in Polonia e ordinai di spostare i corpi e di scioglierli nell’acido – ha ricordato – Per farmi sapere che il servizio era stato fatto doveva scrivermi “abbiamo trovato mia cugina Rosa””. Con un mail il capo fu avvisato della riuscita del piano: i corpi erano stati distrutti.