Il padre di Alessandra Madonna, la giovane 24enne uccisa a Mugnano, ha denunciato nel corso della trasmissione La Radiazza di Radio Marte, parlando in diretta con il conduttore, Gianni Simioli, e con il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che l’immagine della figlia viene ancora utilizzata su Facebook dal fidanzato, indagato per l’omicidio e tuttora agli arresti domiciliari, per vendere gadget e accessori.
“Sono 53 giorni che Alessandra è morta – ha dichiarato Enzo Madonna – e nonostante abbia chiesto alla Polizia Postale di oscurare la pagina dove mia figlia continua a comparire indossando gadget che vengono venduti attraverso questa pagina e-commerce nulla è accaduto. Continuano ad arrivare foto pubblicitarie della mia Alessandra che non c’è più. Mi sarei aspettato che ci avesse pensato proprio l’ex fidanzato, Giuseppe Varriale, oppure la sua famiglia a far cessare questo sciacallaggio. Spernza vana visto che addirittura la famiglia del ragazzo mi ha denunciato perché andavo nel parco dove abitano e dove è stata trovata morta mia figlia, a mettere dei fiori. Mi è stato vietato anche questo. E mi chiedo anche un’altra cosa. Come fa il Varriale, che è agli arresti domiciliari, a continuare a comunicare con l’esterno attraverso i social? Non dovrebbe essere vietato? Chiedo aiuto per oscurare la pagina facebook ’93 Street’ che continua a sfruttare l’immagine di mia figlia e, nel frattempo, chiedo a tutti di togliere i ‘mi piace’ per evitare che le foto circolino ancora”.
Sulla vicenda sono intervenuti anche il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli. “Abbiamo messo a disposizione di Enzo Madonna, gratuitamente, il nostro avvocato, Lello Caiazza, che è molto esperto sui temi della privacy e della tutela dei diritti nei confronti dei social network. Ultimamente, grazie alla collaborazione con la Polizia Postale, è riuscito a identificare e far punire dei soggetti che minacciavano e insultavano l’esponente dei Verdi attraverso profili falsi. Faremo pressione pubblica – proseguono Borrelli e Simioli – per far oscurare la pagina; è una questione di giustizia ma, soprattutto di correttezza e buon senso al di là degli aspetti giuridici e penali che faranno il loro corso”.
Comunicato stampa