Lunedì 5 gennaio 2015 alle ore 19.00, all’interno dell’ex macello di Aversa, dove anticamente si tenevano in prigionia gli animali relegati al proprio destino, la performance di Rosy Rox, artista che da sempre lavora con capacità di esternare celati impulsi con le movenze del corpo.
Una simulazione di una prigionia, palesata, quasi diffusa con sguardi e movimenti del corpo. In questa performance, l’artista, cerca una liberazione personale tentando di coinvolgere il pubblico, tramite una fragilità emotiva che lo spettatore scoprirà attraverso l’atto performativo.
Sarà una partecipazione alla sofferenza, rivelata attraverso le movenze del corpo che invita a non essere spettatori ma ad entrare in un sentiero più profondo che permette di guardare intensamente al proprio io ed al prossimo. Un immedesimarsi, un entrare in uno specchio che è quello del proprio io interiore, quello delle tragedie della vita che danno un significato alla necessità di restare umani. L’estrapolare le proprie liberazioni diventa un atto di necessità, una voglia inespressa di denuncia e contemporaneamente una ricerca inconsapevole ed impalpabile di aiuto. Il buio come gesto scenico, una veglia ai margini della coscienza. Una musica di sottofondo come rumore assordante delle sue lacrime, continuando nel suo silenzio a chiedere.
Alla performance si accede singolarmente. Sillaba dopo sillaba sarà scandito quel dolore trattenuto ed incatenato, che prevede, da parte dello spettatore, un’azione razionale per essere parte integrante della performance.