“Mattone selvaggio”, inizia processo d’appello per vigili condannati. La difesa: “Era solo malcostume”

Si torna a parlare di Mattone selvaggio a Giugliano. Rientrano in aula i vigili coinvolti nell’inchiesta che tanto fece scalpore in città. E’ difatti iniziato il processo d’appello per gli imputati condannati in primo grado nel 2010.

L’APPELLO – L’udienza è iniziata con una relazione del giudice che ha riassunto la vicenda e gli appelli dei difensori. Secondo gli avvocati degli imputati non sussiste il reato di associazione a delinquere. I vigili alla sbarra sono difatti accusati di associazione a delinquere, corruzione, concussione e falso in atto pubblico. Ma secondo la difesa non c’era un vero e proprio vincolo associativo, nessun patto né tantomeno una cassa comune bensì si trattava di un malcostume generale del corpo di polizia municipale.

L’INCHIESTA – Lo scandalo riguardò una serie di tangenti richieste per delle costruzioni abusive. Gli agenti chiudevano un occhio, se non due, in cambio di denaro. Il caso dei vigili fu una vera onta sulla città di Giugliano. L’inchiesta “mattone selvaggio” è stata una delle pagine più nere della storia di Giugliano. Alcuni dei coinvolti scelsero il rito abbreviato e sono già stati condannati a pesanti condanne. Per loro, condannati ormai in cassazione, la commissione straordinaria ne decretò il licenziamento. Per tutti gli altri il primo grado ha stabilito dai 3 ai 10 anni di reclusione.

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