Operazione “Il malato”: imputati dinanzi dal giudice. Tutti zitti, parla solo il boss. Perrino sceglie avvocato d’ufficio

Sono iniziati gli interrogatori di garanzia per i presunti affiliati al clan Mallardo arrestati nell’operazione definita “il malato” condotta dalla guardia di finanza. Alla presenza del solo giudice e dell’avvocato gli imputati hanno avuto la possibilità di chiarire le loro posizioni.

INTERROGATORI – Ieri sono stati ascoltati dal magistrato gran parte degli arrestati, tra cui vincenzo d’alterio, il malato. Pare che proprio d’alterio e il noto medico dell’asl Gennaro Perrino, anch’egli finito in manette, siano stati gli unici a rispondere alle domande del giudice. Gli altri, invece, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il malato ha spiegato la sua posizione relativa ad alcuni episodi per cui è finito in manette e il legame con diversi soggetti descritti nell’ordinanza di carcerazione.

SCARCERAZIONE – Gli avvocati della difesa presenteranno nei prossimi giorni istanza di riesame e solo per i primi di febbraio si saprà se verranno scarcerati o meno. La scarcerazione per la gran parte dei presunti affiliati finiti in carcere potrà avvenire solo se cadrà il reato di associazione a delinquere. Questo tipo di crimine, infatti, non prevede misure alternative al carcere.

AVVOCATI D’UFFICIO – La curiosità emersa dagli interrogatori è che pare che due degli imputati, e cioè il noto medico dell’asl Gennaro Perrino e Giuseppe Ciccarelli, descritto nell’ordinanza come il reggente degli affari della cosca sulla fascia costiera, si sono avvalsi di difensori d’ufficio e non di avvocati di fiducia. Intanto negli stessi giorni in cui i sodali del clan potrebbero essere scarcerati è attesa anche la sentenza del noto processo caffè macchiato.

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