Dati a sorpresa, Napoli più “sicura” di Milano: al Sud meno scippi e furti in casa

Lontanissime e distanti. Milano e Napoli restano le due città simbolo di un’Italia spaccata in due. Due realtà diverse per qualità di vita. Vale a dire – secondo le recenti statistiche realizzate da Il Sole 24 – per lavoro, ricchezza e consumi, giustizia, tempo libero, cultura e servizi. Ma le due aree metropolitane sono davvero così diverse al netto di pregiudizi e luoghi comuni?

La classifica consegnata dal quotidiano economico fotografa una situazione impietosa: Milano si piazza all’ottavo posto in Italia. Napoli al 107, quasi fanalino di coda (peggio fanno solo Caserta, Reggio Calabria e Taranto). I dati però vanno maneggiati con cura e presi in considerazione anche in relazione ai singoli parametri usati dalla statistica. Così, se per Pil Pro Capite, l’abisso di ricchezza è enorme (16mila euro di media di un napoletano contro i 46mila di un milanese), il confronto si fa meno impietoso se si valuta uno dei temi caldi che contrassegna da sempre Napoli nell’immaginario collettivo: la sicurezza. Ma andiamo con ordine.

Ricchezza e consumi. Lo abbiamo detto e anticipato: un napoletano “campa” – per usare un eufemismo tipicamente partenopeo – con circa 16mila euro annui; un milanese ne guadagna 46mila. Il divario economico si percepisce anche nei depositi bancari: al mese, negli istituti napoletani, in media vengono versati 9961 euro, a Milano 73mila. Significa che nella capitale del Nord si risparmia molto di più, mentre nella capitale del Mezzogiorno assai di meno. Il motivo? Se i redditi sono inferiori al Sud, la propensione al consumo si ridurrà. Keynes docet. E le differenze consistenti si percepiscono anche sul fronte delle pensioni: a Napoli un anziano si arrangia, in media, con 753 euro al mese, a Milano con 1162.

Lavoro e innovazione. Altra nota dolente è il lavoro. Nell’area metropolitana di Napoli il tasso di occupazione giovanile è solo al 39 %, a Milano al 68 %. Significa, tradotto in soldoni, che più della metà degli under 29 napoletani sono a spasso, o sbarcano il lunario con lavori a nero. La forbice tra le due città non si assottiglia neanche se si considerano le quote di export e la presenza di start-up, indice fondamentale per valutare la vivacità e la competitività di un tessuto economico e imprenditoriale. A Napoli l’export costituisce l’11 % del PIL, a Milano il 26 %. Le start-up, nel capoluogo campano, sono appena lo 0,9 % ogni 1000 società di capitale; nel capoluogo lombardo il 3,2.

Ambiente e Servizi. La distanza diventa meno abissale quando si parla di servizi e ambiente. Sulla banda larga – fondamentale per la crescita economica – Napoli supera addirittura Milano (l’82 % della popolazione è coperta con banda larga contro il 32 % dei milanesi). Da prendere con le pinze la spesa in farmaci (451 euro in media di un napoletano contro i 465 di un milanese): in questo parametro incidono stili di vita e fattori culturali. Lo scarto del Welfare si percepisce invece nella spesa pro capite degli enti locali per le fasce più deboli (minori, anziani e disabili): a Napoli si spendono appena 11 euro contro i 102 di Milano. Dato significativo anche l’emigrazione ospedaliera, che rivela la qualità della sanità locale: a Napoli il 6,1 delle dimissioni dopo un ricovero avviene in regioni diverse, a Milano il 3,7. Tradotto: è più probabile che un napoletano preferisca o sia costretto a ricoverarsi in una struttura ospedaliera fuori dalla Campania per curarsi più di quanto non lo faccia un milanese.

Cultura, tempo libero e partecipazione. Napoli vince il confronto con Milano sulle librerie: ne vanta 8,1 ogni 100mila abitanti contro le 7,3 di Milano. Male nel capoluogo campano le sale cinematografiche: Milano ne ha quasi un terzo in più. Quasi in pareggio le due capitali sul fronte dei ristoranti e dei bar (509 per 100mila abitanti a Napoli contro i 548 all’ombra della “Madunina”). Ma Milano bissa Napoli per numero di eventi e spettacoli: 49 ogni 100mila napoletani e 100 nel capoluogo lombardo. Gli indicatori, in questo caso, misurano la vivacità culturale di entrambe le città senza considerare le iniziative spontanee e non registrate, la movida e il tempo trascorso all’aria aperta.

Demografia e società. A Napoli non si fanno più figli che a Milano. Anche questo luogo comune può essere sfatato: per 1000 abitanti, all’ombra del Vesuvio ne nascono ogni anno 9, a Milano 8,4. Il tasso di natalità che ha sempre differenziato il Nord e il Sud del Paese si appiattisce su tutto lo Stivale per ragioni sociali e demografiche. Resta drammatico il saldo migratorio interno (la differenza tra chi lascia la città e chi invece vi entra): a Napoli, ogni 1000 abitanti, 4 vanno via, a Milano quasi due in più giungono in città. Consola il “pareggio” del numero dei laureati per provincia (69 ogni 1000 abitanti a Napoli contro i 71 a Milano). E al Nord tanti sono di origine meridionale.

Giustizia e sicurezza. Veniamo al punto più dolente: la criminalità. Napoli è la capitale di Gomorra, delle Vele di Scampia, degli agguati e del crimine organizzato. Scippatori in scooter e rapinatori di coppiette sembrerebbero all’ordine del giorno e camminare in città per un turista sarebbe pericoloso. E’ davvero così? Secondo la classifica stilata da Il Sole 24, a Milano, in effetti, si calcolano, in media, la metà delle rapine commesse a Napoli (116 ogni 100mila abitanti contro i 213 che si consumano nella capitale del Mezzogiorno). Ma Milano triplica il dato di Napoli per scippi e borseggi: 873 contro i 281 ogni 100mila partenopei. C’è da dire, ovviamente, che si considerano soltanto gli episodi criminosi regolarmente denunciati alle forze dell’ordine. Il luogo comune però è sconfessato: a Napoli si corre meno rischio di essere vittima di uno scippo che a Milano. E così è anche per i furti in abitazione: 137 contro i 545 della città lombarda. Gli appartamenti milanesi sono meno “sicuri” di quelli partenopei. Sullo stesso piano truffe e frodi informatiche (a Napoli si rifilano “pacchi” come a Milano). Nel capoluogo campano sono meno sicure le autovetture: se ne rubano 523 ogni 100mila persone mentre a Milano 310.

Il bilancio. Insomma, le differenze esistono e resistono. Gli indicatori macroeconomici continuano a rivelare un fossato tra le due metropoli che è lungi dall’essere colmato. La questione meridionale è passata in secondo piano nelle agende politiche ma i fatti che ne hanno determinato la nascita e lo sviluppo restano. C’è altresì da scardinare dall’immaginario collettivo qualche luogo comune di troppo. Complici le ondate migratorie, la città meneghina non è così sicura come appare nelle narrazioni dei media e la diffusione della microcriminalità costituisce un problema di ordine pubblico più che a Napoli. A dirlo, questa volta, sono i dati ufficiali. 

A cura di Marco Aragno

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