Blitz a Palermo. Azzerati i mandamenti di San Lorenzo e Resuttana. Il bilancio dell’operazione parla di venticinque persone arrestate. I carabinieri del comando provinciale del capoluogo siciliano stanno eseguendo un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del tribunale di Palermo nei confronti di 25 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.
Nell’operazione Talea sono impegnati 200 carabinieri supportati da 2 elicotteri del 9° Elinucleo di Boccadifalco, da 5 unità cinofile del Nucleo di Palermo Villagrazia, da militari del 12° Reggimento carabinieri Sicilia e dello squadrone carabinieri Eliportato “Cacciatori Sicilia”, su delega della Procura distrettuale di Palermo.
L’indagine dei carabinieri ha permesso di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali delle famiglie mafiose di San Lorenzo, Partanna Mondello, Tommaso Natale e Pallavicino/Zen (tutte appartenenti al mandamento di San Lorenzo) e della famiglia mafiosa di Resuttana (facente invece parte dell’omonimo mandamento insieme alle famiglie mafiose di Acquasanta e Arenella). Insomma, una larga fetta della città.
A proposito del mandamento di Resuttana, è stata confermata la storica riconducibilità di quest’ultimo alla famiglia Madonia, evidenziando il ruolo ricoperto da Maria Angela Di Trapani, moglie dello storico boss di Resuttana, Salvino Madonia. L’operazione Talea, infine, ha ancora una volta dimostrato come Cosa Nostra, per quanto depotenziata, dimostri ancora la sua capacità di avvalersi della forza dell’intimidazione e della paura per costringere i commercianti ad accettare l’imposizione del pizzo.
Mariangela Di Trapani non è la prima boss in gonnella di Cosa nostra: l’ultimo caso è quello di Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, arrestata nel 2013 . Per gli inquirenti, «svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d’informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche».
In manette sono finiti: Filippo Bonanno, Ignazio Calderone, Vincenzo Di Maio, Francesco Di Noto, Maria Angela Di Trapani, Renato Farina, Antonino La Barbera, Francesco Paolo Liga, Pietro Salsiera, Fabio Schiera, Corrado Spataro, Massimiliano Vattiato, Sergio Napolitano, Giovanni Niosi, Antonino Catanzaro, Lorenzo Crivello, Salvatore Lo Cricchio, Sergio Macaluso, Domenico Mammi, Vincenzo Maranzano, Pietro Salamone, Giuseppe Sgroi. Ai domiciliari, invece, vanno Giovanni Manitta, Stefano Casella e Antonino Tumminia.