E’ una spirale di violenza quella che ormai si sta sviluppando in Italia intorno al tema dei migranti. Ieri a Villa di Briano, comune di 7mila anime nell’agro aversano, è andata in fiamme una palazzina destinata a diventare centro di accoglienza per circa 100 stranieri provenienti da Salerno. A darne notizia è Il Mattino.
L’origine dell’incendio sarebbe dolosa. L’edificio, di proprietà di un’agenzia gestita dal cognato di Domenico Noviello, vittima di camorra, era stata affittata a una cooperativa di Napoli per ricavare un centro di accoglienza straordinaria. Ma una mano ignota si è opposta a questa decisione a colpi di benzina.
“E’ doloso – spiega Luigi della Corte – sindaco di Villa di Briano – eletto in una lista civica di centro destra. Certo, non è il modo giusto di comportarsi. Chi ha distrutto l’immobile deve essere fermato. Solo uno stupido può pensare di risolvere così il malessere della popolazione”. Eppure Della Corte aveva protestato una settimana fa davanti alla palazzina per evitare il trasloco dei 100 ospiti. “Poteva pensarci prima – tuona il consigliere di opposizione Saverio della Corte – invece di alzare le barricate, si poteva trattare con la Prefettura”.
Intanto l’episodio fa discutere in città. Molti cittadini esprimono solidarietà nei confronti dei migranti; altri, in maniera preoccupante, si mostrano soddisfatti per quanto accaduto: “Siamo stanchi – spiega un residente – i migranti sono a spasso. Non fanno nulla. Gli italiani hanno problemi di lavoro e si sentono discriminati”.