Ricorso respinto. Questa la decisione del tar Campania sull’atto presentato dal comune di Giugliano contro la costruzione dell’inceneritore. Secondo i giudici l’impianto si può fare perché è un valido strumento per avviare la bonifica dei siti attualmente occupati dalle balle e si può fare a Giugliano perché la maggior parte di queste è depositata lì e quindi si risparmierebbero soldi nel trasportarle altrove.
LA LEGGE – Il comune di Giugliano, tramite il suo legale, aveva fatto appello alla legge che prevede il divieto di localizzare ulteriori siti di smaltimento rifiuti su questi territori, ma secondo i giudici questa legge si riferisce a discariche e altri interventi adottati per superare l’emergenza. Si legge infatti nella sentenza che quella legge “non impedisce la realizzazione di un termovalorizzatore secondo le metodiche scientifiche più avanzate quale la tecnologia al plasma”.
AREA DI PONTE RICCIO – Anche la scelta della zona di Ponte Riccio è stata oggetto del ricorso. Il legale comunale si era opposto spiegando che l’area prescelta è in prossimità di centri abitati. Ma secondo i giudici farlo a Giugliano è una scelta che non appare affatto irragionevole. Anzi ci sarà una riduzione dei costi e dei rischi connessi al trasporto in siti più lontani. Inoltre i magistrati scrivono che non sono state allegate prove che testimonino la presenza di abitazioni nei pressi della ex centrale turbogas. Perciò la questione è inammissibile. Insomma le balle sono a Giugliano ed è giusto che si eliminino lì.
GIUNTA REGIONALE – Infine il ricorso imputava alla regione Campania di non aver scelto la tipologia dell’impianto, di non aver adottato il piano stralcio e non aver verificato le caratteristiche delle balle e dunque la loro idoneità a essere smaltite come cdr. Queste obiezioni per il collegio non sono tali da invalidare il bando ma tutto troverà spiegazione all’interno del piano stralcio che sarà evidentemente approvato dalla prossima giunta regionale. Dunque le balle sono a Giugliano e Giugliano deve smaltirle, l’inceneriotre è uno strumento di bonifica e mancano le prove della presenza di abitazioni in zona. L’avvocato adesso potrà impugnare la sentenza dinanzi al consiglio di stato. Ma al momento L’inceneritore, per i giudici, s’ha da fare.