Ruhama Picardi non ce l’ha fatta. La lucemia l’ha stroncata a soli 14 anni. Una vita tutta da vivere, interrotta nei sogni cinque anni fa, con la diagnosi: leucemia linfoblastica acuta positiva al cromosoma Philadelphia. Prima che ieri mattina, dall’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre, l’ambulanza la riportasse a casa, a Sospirolo (in provincia di Belluno, Veneto), Ruhama cantava. Era un canto dolce, cristiano.
“Le parole della canzone si rivolgono a Dio, dicono stringimi – è la precisazione di Davide Ravasio, pastore della Chiesa evangelica di Belluno pareva fosse consapevole che quelli erano i suoi ultimi momenti. Eppure è rimasta gioiosa fino alla fine. E con le note in gola ha perso conoscenza”. Tanto che a casa Ruhama un nome dell’antico Testamento che significa colei che ha ottenuto misericordia – viva non c’è arrivata, perché gli occhi le si sono chiusi prima. E’ stata proprio la Chiesa evangelica – di cui la famiglia Picardi fa parte a dare notizia della morte, citando la seconda lettera a Timoteo: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede”.