Emergono nuovi scenari investigativi su Salvatore Esposito, detto “Totoriello”, affiliato al clan Licciardi sparito nel nulla nel settembre del 2013. Così come riporta Cronache di Napoli, l’uomo sarebbe stato ucciso per aver intrecciato una relazione con un ras della cosca di Masseria Cardone. Un affronto che i vertici della mala di Secondigliano non gli avrebbero perdonato e che avrebbero punito con la morte.
A dare nuova linfa alle indagini le recenti dichiarazioni di Antonio Accurso, uno dei boss della Vanella Grassi. Il giovane ha infatti raccontato agli inquirenti che proprio il 26 settembre 2013, giorno della scomparsa di Totoriello, lo aveva incontrato in un summit di camorra. Sarebbe stato lui uno degli ultimi a vederlo vivo. Gli inquirenti credono che l’incontro tra i vertici dei Licciardi e dei “girati” di Secondigliano sia stato un espediente per “stanare” Totoriello e portarlo allo scoperto e ucciderlo in una trappola.
A decretare la sua morte sarebbe stato lo stesso Esposito: da alcune settimane, divorato dalla gelosia, aveva cominciato a diffondere le voci di una sua relazione con la moglie di un detenuto del clan Licciardi. Totoriello, arrestato nel 2008 durante un blitz, era finito sotto l’ala protettiva dell’uomo e, in cambio, il ras della cosca di Masseria Cardone gli aveva chiesto di occuparsi della moglie. “Guardamela, proteggila e stai attento che nessuno le faccia del male“, gli avrebbe raccomandato il pregiudicato. Esposito, uscito da galera, comincia così a frequentare la casa dell’affiliato mantenendo fede alla promessa fatta tra le mura del carcere. Peccato che però tra lui e la consorte del suo ex protettore nasca una forte passione e una storia che dura diversi mesi.
La fiamma si esaurisce presto. Dopo un po’ la donna si innamora di un altro ragazzo, un pregiudicato di Miano vicino al clan Lo Russo. Totoriello non accetta la fine della relazione e, a suo rischio e pericolo, comincia a spifferare negli ambienti di camorra i retroscena sulla vita privata della sua ex amante. E’ un modo per vendicarsi, per fargliela pagare. Le voci arrivano però presto ai vertici del clan della Masseria Cardone, che non possono tollerare una relazione fedifraga tra gente della stessa cosca, per giunta tra un “pesce piccolo” e la donna di un affiliato detenuto in carcere, considerato “sacro” per la sua condizione detentiva.
Così il boss dà mandato ai suoi uomini prima di pestare la moglie del ras, e poi di uccidere Totoriello. Un’esecuzione rapida e atroce: il suo cadavere sarebbe stato poi gettato tra i rifiuti della discarica di Chiaiano. E mai più trovato. Dopo cinque anni sarebbe questo il retroscena che si nasconde dietro l’ennesimo caso di “lupara bianca”.