Si infittisce il mistero di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. Dei tre napoletani spariti in Messico non c’è traccia. E il loro caso somiglia sempre di più ad altri casi di napoletani morti o inghiottiti nel nulla.
Prima di loro, infatti, stessa sorta era toccata ad altri tre concittadini. Il caso forse più eclatante è quello di Ciro Poli, un ragazzo di 21 anni, nato nel quartiere Ponticelli, di cui nel novembre 2013 si perdono le tracce. Anche lui si era gettato nel business della vendita di generatori elettrici nella città di Monterrey, ma il 5 novembre il suo corpo viene ritrovato carbonizzato all’interno della sua auto. A 150 chilometri da casa. Un incidente stradale fu la versione ufficiale. A seguito di un colpo di sonno, sarebbe finito fuori strada e l’auto avrebbe preso fuoco. Ma i sospetti di un’uccisione o di una morte indotta non sono mai stati del tutto fugati.
«Lo hanno ammazzato — hanno sostenuto alcuni —. Si sentono spesso storie del genere in giro. Avrà fatto uno sgarro a qualcuno e lo hanno fatto sparire. Il Messico è un Paese pericolosissimo». Altri, in zona, hanno ipotizzato che Ciro abbia potuto imbattersi in amicizie sbagliate, cacciandosi in qualche guaio proprio come un cuoco del Nord Italia massacrato di botte e poi dato alle fiamme di recente, forse per un prestito non saldato in tempo.
Un altro precedente terribile è quello di Roberto Molinaro. l’uomo, di 36 anni, residente nella zona del Lavinaio di piazza Mercato, è scomparso il 2 ottobre 2014. La circostanza inquietante è che anche lui si era trasferito in Messico per vendere generatori elettrici, un mercato molto redditizio, visto che i narco-trafficanti si servono proprio di generatori per far funzionare i laboratori di droga sperduti nel buio delle foreste. Il terzo ‘figlio di Napoli’ ad aver fatto una tragica fine si chiamava Filippo Guarracino, ragazzo di 30 anni, che non aveva a che fare con il commercio ambulante, e morto nella località turistica di Cancun nell’aprile del 2004 dopo un terribile pestaggio subito da agenti di polizia.
Il caso di Raffaele, Antonio e Vincenzo si arricchisce di nuovi particolari. Ieri “Chi l’ha Visto?“, la trasmissione in onda su Raitre, ha mostrato dei video esclusivi girati dalla Polizia messicana, che, dopo la sparizione dei napoletani, hanno condotto un blitz nelle zone boschive intorno a Tecalitlan, scoprendo un narco-laboratorio che si alimentava proprio grazie ai generatori elettrici, necessari a fare luce nelle ore di lavoro notturne. L’ipotesi è che i partenopei siano stati consegnati dai poliziotti corrotti della cittadina dello stato di Jalisco dopo aver rifilato dei generatori contraffatti ai narcotrafficanti. Una vendetta che non lascia presagire niente di buono.
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