Violenza di gruppo a Sant’Antimo ai danni di una ragazzina all’epoca 11enne con disabilità mentali, 22enne condannato con il rito abbreviato: rimedia sei anni e otto mesi.
Gli abusi risalgono al 2016, i suoi stupratori erano vicini di casa. Due gli episodi di violenza sessuale accertati. Uno ad agosto e uno a novembre. La banda di stupratori era composta, oltre che dal 22enne, anche da cinque minori e un 19enne santantimese, che però ha scelto la strada del dibattimento: la prossima udienza per lui è stabilita a fine mese.
Il 22 enne condannato con il rito abbreviato è stato dichiarato responsabile delle violenze perpetrate sulla ragazzina, nell’estate di due anni fa, insieme ad un 15enne e a due 14enni suoi complici. Episodi choccanti che si sono ripetuti anche qualche mese dopo, in inverno ad opera, ad opera dell’altro imputato maggiorenne e di due complici più piccoli.
La vicenda fu scoperta dalla madre e dalla sorella della vittima, che a seguito di una crisi di pianto ebbe il coraggio di raccontare il suo triste stato di disagio. Precedentemente la ragazzina raccontò alla psicologa, nominata dalla Procura, delle minacce e delle aggressioni subite per non farle raccontare quanto accadeva: “Non ti facciamo tornare a casa se non fai quello che diciamo noi”, queste erano le intimidazioni della banda.
Secondo la ricostruzione della Procura, dunque, ad agire erano sempre in tre: Maria – nome di fantasia – veniva portata in un appartamento disabitato, ubicato all’interno dello stesso palazzo dove risiedeva uno degli stupratori. Il terzo complice, denunciato a piede libero, si limitava a fare “da palo” e a controllare che nessuno disturbasse l’azione dei violentatori.
Lì cominciava l’incubo: la 13enne veniva bloccata, spogliata e stuprata in gruppo senza che potesse opporre resistenza. Poi il gruppo si scioglieva, ognuno ritornava alla propria vita. Tranne che per un particolare: su Facebook, il 19enne e il 21enne pubblicavano post sconcertanti in cui si vantavano delle loro imprese sessuali prendendo in giro la ragazzina. “Brindiamo alla vergine”, si legge in un post.
La sentenza è arrivata ieri dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord Daniele Grunieri nei confronti di G. D. R. Il giovane dovrà scontare una pena inferiore rispetto alla richiesta del pubblico ministero in udienza che si era espresso per 9 anni di reclusione. E’ stato deciso inoltre la pena di non potersi avvicinare nei tre anni successivi alla condanna a luoghi frequentati abitualmente da minori e l’interdizione perpetua dai pubblici ufficiali. Grunieri ha stabilito infine un risarcimento danni per la giovane vittima assistita dall’avvocato Daniele Ionà, da stabilirsi in separata sede ed una provvisionale in favore della ragazzina di dieci mila euro.
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