Il Papa a Napoli: criminalità, crisi della famiglia, disoccupazione e speranza, ma nessun accenno alla Terra dei Fuochi

E’ stata una giornata intensa quella di Papa Francesco in visita a Napoli. Scampia, Piazza del Plebiscito, il carcere di Poggioreale, il Duomo, il lungomare. Tantissime le persone che hanno accolto il pontefice nel corso delle sue tappe nella città partenopea. Diversi i temi trattati e molte le parole di speranza, nel suo stile, quello di una persona semplice, che riesce a comunicare a chiunque.

Francesco si schiera contro la corruzione e la criminalità. Poi lancia messaggi di speranza nel quartiere di scampai. Spuzza, è già diventata una parola cult e l’aschtag impazza sul web. Non sono mancati momenti simpatici, come la particolare benedizione in dialetto napoletano oppure l’inaspettato siparietto con le suore di clausura. Poi Bergoglio ha voluto pranzare con i detenuti del carcere di Poggioreale prima di raggiungere il Duomo. Nel cuore del centro storico il miracolo: il sangue di San Gennaro si scioglie tra le mani del Vescovo di Roma e lo stupore e l’entusiasmo del popolo napoletano. Entusiasmo che si è manifestato poi sul lungo mare di via Caracciolo, dove 100mila fedeli hanno atteso l’arrivo del Santo Padre. Una preghiera per i giovani e gli anziani, perché questi vengano rispettati quali fondamento per il futuro. Francesco ha speso nel corso della sua visita bellissime parole per la città di Napoli e per i suoi abitanti.

Qualcuno, però, si aspettava un particolare accento sulla Terra dei Fuochi, sui luoghi martoriati, sulle ecomafie che hanno devastato il territorio e una preghiera per le vittime di uno scempio enorme. “Continuate a combattere” avrebbe detto il Pontefice a Don Maurizio Patriciello presentato dal Cardinale Sepe come “il prete impegnato nella battaglia alla Terra dei Fuochi”.

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