Truffa all’INPS con false assunzioni: 30 indagati e 4 arresti tra Capua, Formia e Udine

Imprese inesistenti, lavoratori assunti e poi subito licenziati per truffare l’INPS. E’ con questa gravissima accusa che alle prime luci dell’alba i carabinieri di Grazzanise hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari tra Formia, Genzano di Lucania, Capua e Udine ai danni di Bianco Carlo (classe ’70), Concu Ànthony (classe ’87) e Monte Antonio (classe ’75), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata.

Le indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno consentito di svelare un sofisticato meccanismo truffaldino fondato sulla fittizia costituzione di imprese, in realtà inesistenti, presso le quali risultavano assunti lavoratori, poi licenziati. In particolare erano state create cinque false agenzie di call center, presso cui risultavano assunti, fittiziamente, 96 lavoratori. Grazie al tale artificio, il decorso di un periodo di tempo era sufficiente a far maturare l’indennità di sostegno alla disoccupazione. I proventi dell’indennità venivano poi divisi fra i vari truffatori.

E’ stata così accertata l’esistenza in provincia di Caserta e nel sud pontino di un sodalizio criminale dedito alla truffa ai danni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale attraverso la creazione di agenzie pubblicitarie e call center intestati a “teste di legno”, e attraverso l’assunzione, sempre fittizia, di falsi lavoratori.

Le somme dell’indennità di disoccupazione venivano accreditate su conti correnti intestati ai dipendenti stessi, dei quali le persone arrestate detenevano la carta elettronica (solitamente una “Postepay Evolution”), che consentiva di prelevare il denaro, denaro che veniva poi ripartito tra gli associati, gli intestatari delle ditte fittizie ed i falsi dipendenti.  La somma effettivamente erogata dall’INPS ammonta a 48.000 euro, mentre il danno potenziale ammonta a circa 328.000. Oltre ai soggetti colpiti dall’odierna misura cautelare risultano indagate, in stato di libertà, ulteriori 30 persone, tra cui i titolari delle ditte inesistenti ed alcuni dei lavoratori fittiziamente assunti.

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