Morto in un agguato a Napoli, il presagio di Salvatore su Facebook: “Quando morirò…”

A leggere la sua bacheca Facebook, sembra che Salvatore D’Orsi presagisse quello che gli sarebbe accaduto di lì a poco. Ucciso in un agguato a colpi di pistola in via Oplonti a Ponticelli, il 28enne pubblicava foto e post che alludevano forse alla tensione e ai sentimenti di paura che viveva nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte.

Quando morirò, non venire alla mia tomba per dirmi quanto mi ami e quanto ti manco, perché sono le parole che voglio sentire quando sono ancora vivo”, scrive in un video condiviso il 12 marzo, alle 15 e 40. A cosa si riferiva? Perché parlare di morte a meno di 12 ore dalla tragedia? Pochi minuti dopo pubblica un altro post. “Si scende, si va al rione Traiano”.

Altre post allusivi, pubblicati nella stessa giornata: “A volte si diventa diavoli solo perché hanno umiliato l’angelo che eri”; “Cattivi si diventa dopo essere stati troppo buoni con la gente sbagliata”. In particolare: “Le persone si fingono amiche, ti studiano e ti colpiscono alle spalle”. “A volte penserai che è la fine, ma è la fine solo se ti arrendi”. Il 9 marzo, d’Orsi pubblicò anche una foto che lo mostrava in cucina, con una frase: “Il leone è ferito ma non è morto”. Frasi, scatti, video che sembrano messaggi in codice, lanciati forse a chi lo aveva “tradito” o a chi lo “voleva morto”.

Un post, infine, pubblicato per tre volte in pochi giorni, il 23 febbraio, il 27 febbraio e il 3 marzo, potrebbe fornire forse qualche indizio utile agli investigatori per individuare i presunti responsabili della morte di Salvatore, o almeno quelli che erano entrati in contrasto con lui. “Non fatemi la guerra, che poi la perdete”. Nella terza condivisione il post è accompagnato da un’altra frase, “vi distruggo tempo a tempo”, mentre nel 27 febbraio le parole che accompagnano il post sembrano indirizzate a una persona specifica, sono rivolte a qualcuno: “Questo è per te. Lo sai bene. Prima o poi vedi che fine fai”. L’avvertimento è accompagnato da due emoticon: una raffigurante una pistola e un’altra una bomba a mano.

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