I fratelli Pellini di Acerra, condannati a 7 anni di reclusione per il disastro ambientale in Terra dei Fuochi, hanno ottenuto la scarcerazione pochi giorni fa dopo appena 10 mesi di carcere grazie alla decisione della Procura generale presso la corte d’appello di Napoli, che ha calcolato una riduzione di pena sotto i 4 anni grazie a 3 anni di indulto concessi dalla legge emanata nel 2006.
Per i Pellini è stata decisa l’espiazione di una pena alternativa, probabilmente ai servizi sociali, di circa 3 anni e mezzo. Ma il popolo della Terra dei Fuochi è insorto. Toni duri sono stati usati anche dal vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, durante la messa di Pasqua. “cos’ si umiliano i cittadini e s’incoraggiano certi comportamenti. – ha detto durante l’omelia – La decisione dei giudicio ridimensiona fortemente quella sentenza grave, chiara, della corte di cassazione per quel disastro per cui non è possibile calcolare completamente gli effetti devastanti sulla salute dei cittadini”. Il vescovo ha poi parlato di fallimento delle leggi.
Stamattina le associazioni delle vittime della terra dei fuochi e la rete di cittadinanza e comunità hanno tenuto un presidio dinanzi al tribunale a Napoli per denunciare – hanno spiegato – gli evidenti limiti del codice penale quando il reato commesso è ambientale. Oggi le ragioni della protesta sono finite sui manifesti: “Nessun beneficio all’eco-mafia, Pellini in galera”.
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