Caroselli di scooter e fuochi d’artificio per il suo ritorno. E’ stato scarcerato ieri pomeriggio Ciro Mariano, “re” dei Quartieri Spagnoli, dopo una detenzione ininterrotta iniziata nel 1991. A scortarlo 4 auto delle forze dell’ordine.
Una scarcerazione arrivata dopo decenni, molti dei quali in regime 41 bis, il carcere duro. L’ultimo periodo di detenzione, infatti, o’ Picuozzo’ lo aveva trascorso nel penitenziario di Sulmona. Pochi mesi fa, il fratello Marco lo aveva accusato, sebbene fosse in carcere, come il capo “carismatico” della cosca criminale.
Per anni, i Mariano sono stati tra le tre organizzazioni criminali più temute capaci di tenere testa ai Giuliano di Forcella. Vicini, negli anni ’90, alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”, i picuozzi avevano esteso la loro egemonia oltre i confini geografici dei Quartieri Spagnoli. Un’ascesa al potere inarrestabile, che annoverò Ciro tra i malviventi più pericolosi.
E’ il 29 marzo del 1991, quando in vico Sant’Anna di Palazzo, una stradina che collega i Quartieri Spagnoli con la via Chiaia, si scatena l’inferno nota anche come la “Strage del Venerdì Santo”. Una serie di colpi vengono esplosi tra la folla: ci sono tre vittime innocenti, mentre 4 restano ferite. A terra, giacciono in una pozza di sangue, Carmine Pipolo, 34enne, Luigi Terracciano, 37enne, Umberto Esposito, di 30 anni.
Si scoprirà in seguito che il clan Mariano, voleva vendicarsi di un affiliato, Ciro Napolitano, ucciso in agguato dai ribelli di Antonio Ranieri e Salvatore Cardillo, decisi a dichiarare guerra ai Mariano.
Un potere, quello di Ciro, tanto bramato dai suoi nemici e destinato al declino. Nel 1991 scappa lontano da Napoli insieme alla sua amante. Una fuga che trova la sua fine in un ristorante a Roma. Qui Mariano dovrebbe concludere un grande affare, che gli consentirebbe di acquistare la metà del Teatro Politeama. Ma viene arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli e dai funzionari della Criminalpol.