Roma. Disabile osa parlare davanti a uomini del clan Casamonica: massacrata di botte. VIDEO

L’ultimo orrore del clan dei Casamonica: una disabile frustata per aver osato parlare. Due membri del gruppo criminale romano erano entrati infatti in un bar di Roma ed avrebbero preteso di essere serviti per primi, saltando la fila. Una giovane donna disabile presente all’interno si è però ribellata.

E’ stata quindi colpita con la cinghia e presa a calci e pugni. Il barista è stato invece pestato a sangue e il locale è stato distrutto. L’episodio sarebbe avvenuto a Pasqua, lo scorso primo aprile, ed il barista ha trovato il coraggio di denunciare. Secondo quanto riporta La Repubblica, Antonio Casamonica era entrato nel bar di via Salvatore Barzilai con il cugino Alfredo Di Silvio. Dietro il bancone c’era un ragazzo romeno. “Questi romeni di merda non li sopporto proprio”, hanno urlato perché non sono stati serviti immediatamente. All’interno del locale c’era anche una giovane disabile che si è ribellata: “Se il bar non vi piace andate altrove”. La reazione è stata brutale.

Casamonica le avrebbe strappato gli occhiali e lanciati dietro al bancone. Poi si sarebbe sfilato la cintura dai pantaloni e la ha passata a Di Silvio. Hanno preso la giovane alle spalle, l’hanno frustata e poi presa a calci, pugni fino a quando è crollata a terra massacrata. “Se chiami la polizia ti ammazziamo”, è stata la minaccia finale.

Ma non è finita. Di Silvio dopo poco sarebbe ritornato con il fratello Vittorio. I due avrebbero fatto irruzione spaccando la vetrina, poi avrebbero rovesciato tavoli e sedie. “Qui comandiamo noi, non te lo scordare: questa è zona nostra. Ora questo bar lo devi chiudere, altrimenti sei morto”, hanno intimato al barista dopo averlo massacrato di botte. Il titolare ha deciso però di denunciare.

Quando il clan è venuto a sapere della denuncia, si è mosso Enrico, il nonno dei fratelli Di Silvio. Si è presentato al bancone, ha ordinato un caffè e ha detto: “Ritira immediatamente tutte le accuse o morirai”. Il barista, terrorizzato, ha tenuto chiuso il locale per due giorni. La moglie però non ci sta, non vuole buttare al vento tutti i sacrifici fatti per aprire quel bar. E così la coppia ha scelto di riaprire, a rischio della vita.

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