Sapevate che a Licola c’è un lago scomparso? Ce lo spiega l’architetto Francesco Russo, che tramite una ricostruzione storiografica dei fatti, porta alla luce un grande mistero che coinvolge il casato dei Borbone e la zona che va tra Varcaturo, Licola e Castel Volturno.
Tutto parte da un dipinto del Museo di Capodimonte intitolato Carlo di Borbone a caccia delle folaghe sul lago di Licola. L’opera è del 1745, di Vernet e raffigura il re in primo piano con delle figure a bordo delle barche, con le acque limpide del lago e Paul François Galluccio a destra di Carlo III. Galluccio era l’ambasciatore di Francia a Napoli e commissionerà un’altra versione del dipinto, sempre a Vernet, che però è esposta alla Reggia di Versailles.
Il lago “incriminato” è ciò che restava del Lago di Licola ma che fine ha fatto? E’ scomparso, un po’ per un normale cammino che la natura ha fatto nel corso dei secoli ma soprattutto per la mano dell’uomo, perché nella zona del lago è stata pesantemente bonificata, ignorando ogni rispetto per la natura, tant’è che l’ultima bonifica, come scrive il professor Enzo Di Paoli, è stata addirittura attuata spianando la necropoli sannitica di Cuma, con il reimpiego dei materiali che furono utilizzati per colmare l’invaso.
Il lavoro dell’architetto non si è fermato al dipinto, perché porta alla luce anche una mappa del Rizzi Zannoni del 1793 che porta proprio il perimetro del lago scomparso ed il casino di caccia costruito da Re Ferdinando, figlio di Carlo III, collocato in quello che oggi è territorio di Pozzuoli e che attualmente è in totale stato di abbandono.