Esce il 25 maggio il secondo volume della serie antologica “Wildworld”, la collana che rimescola le carte tra realtà e finzione con una sequenza di titoli destinati a comporre un potente affresco della società e del paese al tempo dell’«esperienza indiretta collettiva», qual è il fatto di cronaca replicato e condiviso per teorie interminabili di commenti.
Grazie ai dispositivi letterari di questa nuova poetica, si rinnova tanto il concetto di “realismo aumentato” (diretto qui al passato anziché al futuro prossimo, quindi più ucronico che distopico) quanto il romanzo di formazione tradizionale, perché l’indagine non passa più soltanto dal recinto sacro dell’io dell’autore o dall’affabulazione novecentesca, ma dallo sforzo di raccontare sé stessi dentro un’epoca e una società globalizzate, per interposto fatto di cronaca.
“Sotto il suo occhio” di Giulia Seri si ispira a quanto successo a molte vittime del revenge porn – il furto e la condivisione di immagini intime – come Tiziana Cantone e Michela Deriu, ma con un io narrante che si dichiara estraneo ai fatti.
Scheda di presentazione: Una ragazza di provincia s’innamora di un giovane fotografo dalle fragili capacità, ma sostenuto nella sua ambizione da un inseparabile amico d’infanzia. Fra i tre si crea un legame pieno di ambiguità e frustrazione, che culmina in una notte di rabbia e di sesso immortalata con il cellulare.
Non molto tempo dopo, la sua vita subisce un cambiamento: viene licenziata, i vicini non la salutano, sconosciuti la insultano o le gridano sconcezze. Sembra una congiura, finché un giorno le viene confidato da una conoscente che sul web girano immagini porno di cui è protagonista. Chi ha diffuso quel filmato sui server di mezzo mondo? Si tratta di una messa in scena dell’amante e del suo amico o è tutta colpa sua? Chi e quante sono le persone coinvolte?
Ne scaturisce un’indagine sul filo del crollo nervoso, che la porterà alla resa dei conti con la donna dello schermo e col disprezzo e l’ammirazione che la circondano: il conflitto con la persecuzione mediatica suggellerà, nell’ultima scena, una verità più perturbante del dramma registrato in cronaca.
Comunicato stampa