E’ giallo sulla morte di Giuseppe Esposito, napoletano di vent’anni, deceduto il 17 maggio all’ospedale Umberto I di Roma mentre era in attesa del trapianto di polmoni. Sul decesso è stata aperta un’inchiesta.
Il pm Roberto Felici – dopo la denuncia dei familiari – ha disposto l’autopsia e il sequestro del macchinario dove era attaccato il giovane, affetto da fibrosi cistica, il suo cellulare e la cartella clinica. I risultati dell’esame autoptico sono attesi entro sessanta giorni. La notte prima della morte il ragazzo ha inviato infatti messaggi alla mamma, invitando a denunciare l’ospedale. “Mi stanno uccidendo”.
Esposito era ricoverato nel reparto dal 5 maggio per fare una serie di analisi al fine di verificare la possibilità di un trapianto di polmoni. 2Mio fratello era lucido e vigile – racconta la sorella Michela al Tempo – ma dopo avere effettuato la tracheotomia a partire dalla sera di domenica 13 maggio le sue condizioni sono cominciate a peggiorare”. La situazione precipita la notte del 16 maggio. “Intorno alle due di notte – prosegue la sorella – Giuseppe invia un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, che lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e abbiamo appurato che i sanitari stavano effettuando le cure e che il problema era legato al macchinario, l’Ecmo che serve per abbassare il livello di anidride carbonica nel sangue, a cui doveva essere sostituito il filtro. Alle sette di mattina del 17 maggio – aggiunge sorella del giovane – siamo stati informati che la situazione era drammaticamente precipitata: ci hanno fatto entrare nel reparto e alle 7.20 è stata dichiarata la morte di Giuseppe”.
Su Facebook Michela affida a un post la sua amarezza: “Lo hanno fatto morire dissanguato, non è morto per la fibrosi cistica. Non abbassiamo l’attenzione su questa cosa, solo così posso sapere la verità confidando nella magistratura”.