Emergono dettagli inquietanti sulla violenza sessuale ai danni della bimba di 3 anni avvenuto a Nola. La piccola è stata ritrovata dalla mamma in lacrime e sporca di sangue. L’orribile episodio si è consumato a gennaio scorso, in uno studio (non identificato).
La bimba, che chiaremo Sofia, era in compagnia della madre. La minore viene lasciata sola per alcuni minuti, mentre la donna si allontana, presumibilmente per parlare con il professionista dello studio presso cui si sono recati. Nella sala d’attesa c’è anche lui: l’orco. Un insospettabile 24enne senza precedenti penali, disoccupato, affetto da problemi psichici. Basta una manciata di secondi perché si consumi la tragedia. La bimba viene avvicinata e toccata brutalmente nelle parti intime. Forse stuprata.
Quando la mamma torna, del 24enne non c’è traccia. Il pedofilo, dopo aver violentato Sofia, si dilegua. La donna trova la figlioletta in lacrime e sporca di sangue. Un alone rosso nelle mutandine e nelle parti intime. All’inizio crede che si sia fatta male da sola o che sia stata vittima di un gioco finito male. Poi la verità: Sofia viene condotta all’ospedale pediatriaco e i medici diagnosticano lesioni nelle parti intime provocate presumibilmente da una violenza sessuale.
Scatta l’inchiesta. I carabinieri coordinati dalla Procura circoscrivono il campo delle indagini allo studio dove la bimba si trovava. Grazie alle telecamere di videosorveglianza, viene dato un volto e un nome allo stupratore. Il pedofilo dopo 5 mesi viene identificato e arrestato. La Procura afferma di aver costruito “un chiaro, univoco e concordato quadro indiziario a carico della persona indagata”. Sofia verrà segnata per sempre dalla brutale violenza subita.